Madonna di Biandino: i preparativi tra storia e devozione



A neppure dieci giorni dalla solenne Festa della Madonna di Biandino, fervono incessanti a Introbio i preparativi da parte dei fedeli. Quest’anno ricorre infatti i 175esimo anniversario del voto fatto alla Beata Vergine di Biandino nel lontano 1836.

In quesll’anno scoppia una grave epidemia di "Cholera morbus", il colera, malattia altamente infettiva che causa vomito e diarrea fino alla morte se non viene trattata adeguatamente. Le cure per questa malattia dilagante furono trovate solo tra il 1859 e il 1886. Anche la Valsassina fu colpita da questo nero flagello che causò moltissime vittime in tutti i paesi, in particolare a Primaluna e a Barzio.  

Nella tabella sotto la conta dei contagiati e dei morti nei principali centri della Valsassina.

Comune
Popolazione
Contagi
Morti
 
 
 
 
Cortenova
679
8
4
Barcone
255
1
1
Primaluna
442
64
30
Cortabbio
349
14
6
Introbio
800
1
0
Pasturo
867
5
4
Barzio
806
66
35
Cremeno
590
20
12
Concenedo
140
4
1
Cassina
292
6
2
Moggio
369
31
15


(Tabella riportata dal libro: "Introbio, una comunità parrocchiale nei secoli" di E. Magni, F. Oriani e M. Sampietro)

 

A Introbio, i parrocchiani fecero voto di salire ogni anno, con qualsiasi tempo e condizione, al Santuario della B.V. di Biandino, che allora era solo un piccola chiesetta (eretta nel ‘600 dai pastori degli alpeggi di Sasso). Da quell’anno, la processione, solennemente, si svolse quasi tutti gli anni. In particolare nel 1945, per ringraziare della fine della guerra. L’anno precedente, la chiesetta era stata praticamente rasa al suolo dai tedeschi e nel successivo 1946 fu posta la prima pietra dell’attuale struttura.

Come si evince dai dati consuntivi della peste, Introbio, secondo paese per grandezza insieme a Barzio, ebbe un solo caso di contagio che, "per grazia divina", si risolse in una guarigione.

Quest’anno, in occasione della festa, verranno inaugurate le nuove parate (le cosiddette "sandaline") della Chiesa Parrocchiale, magistralmente cucite da alcune generose donne dirette da Pietro Agostani. Altri due gruppi di donne, diretti da Marco Ruffinoni, hanno invece preparato tutte le cosiddette "catene" (nastri bianchi ed azzurri cucite ad anello in lunghe serie) da disporre lungo il percorso della processione e, insieme ad un esperto carpentiere, hanno riabilitato le portine laterali d’accesso disposte sulla facciata, chiuse da ormai 30 anni e che necessitavano di alcuni interventi di pulizia e manutenzione. Infine, sono stati effettuati altri piccoli interventi di manutenzione della chiesa parrocchiale e degli arredi per meglio predisporre il tempio alla fiumana straripante di gente che fin dalle prime luci dell’alba si presenterà per esprimere la propria devozione.

La foto è tratta dalla galleria web di Paolo Santini

 

 

 

 

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