Inizia oggi e proseguirà dopo Ferragosto una nostra inchiesta tra i primi cittadini dei paesi "a rischio". Quelli cioè che potrebbero venire accorpati secondo le indicazioni del governo, in quanto troppo piccoli. Partiamo con i sindaci di Parlasco, Taceno e Morterone. Successivamente, daremo voce alla popolazione di queste località e al mondo dell’economia e delle associazioni.
ALBERTO DENTI – Sindaco di Parlasco e presidente Comunità Montana Valsassina
"E’ presto per parlare di sparizione di comuni come Parlasco e altri presenti in Valle. Al di là della tempistica, collegata al prossimo censimento e alle successive scadnze elettorali, credo che la questione andrà affrontata in termini costruttivi, così come è già in atto una revisione delle funzioni dei Comuni – sempre più ‘unificate’. Penso che la materia potrebbe essere delegata alle Regioni e a quel punto si avranno visioni più razionali e precise dei casi generali e più specifici. Certo, non mi fa piacere quello che si sta profilando, ma è chiaro che i costi – quelli veramente fuori controllo – vanno in qualche modo contenuti".
MARISA FONDRA – Prima cittadina di Taceno
"I servizi in forma associata più che una obbligatorietà sono una necessità e rappresentano il giusto modo per soddisfare i bisogni della collettività anche sotto il profilo della qualità del servizio. Condivido quindi che servizi quali polizia locale, sportello unico per le imprese, assistenza e edilizia scolastica e servizi sociali vengano svolti in modo associato. Condividendo inoltre le risorse umane disponibili e con un’unica piattaforma informatica si potrebbe gestire il personale, la ragioneria, i tributi e l’anagrafe. I vantaggi che ne derivano sono di ottimizzazione delle risorse (umane e finanziarie) nell’ottica di una gestione efficace ed efficiente dei servizi in capo ai Comuni. Per quanto concerne l’unione dei Municipi (fermo restando la necessità di leggere il testo della manovra) c’è il rischio di privare i cittadini di un punto di riferimento, di ascolto. Le municipalità sono ancora oggi espressione genuina di partecipazione. L’accorpamento dei Comuni può funzionare se nasce da una condivisione delle comunità locali e non da un’imposizione. Se l’obiettivo e quello di ridurre i costi si proceda a tagliare gli enti inutili e a razionalizzare le spese delle amministrazioni centrali noi, piccoli comuni, dal canto nostro, siamo pronti a fare la nostra parte".
ANTONELLA INVERNIZZI – Sindaco di Morterone
"Devo per forza essere diplomatica, ma onestamente lo sono per via del ruolo istituzionale… Mi rifiuto di pensare che davvero il mio paese "sparirà" ovvero verrà assorbito da qualche altra località. Tra l’altro mi pare di aver capito che in caso finisse davvero così, l’accorpamento dovrebbe avvenire tra Comuni tutti al di sotto dei mille abitanti, quindi si dovrebbe ragionare forzatamente con l’Altopiano valsassinese. Ma penso, spero e credo che succederà qualcosa, prima. Io stessa concordo sul fatto che i Comuni piccoli vadano in qualche modo riformati; il nostro però è speciale, in forza della sua particolarità. Ora attendiamo; a occhio e croce se ne discuterà comunque dopo la scadenza elettorale che qui è piuttosto distante. Speriamo che nel frattempo cambi qualcosa…".
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”Zone omogenee”: giochiamo un po’
con i fanta-accorpamenti…
Scritto da: Redazione Valsassina – 12/08/2011
La prima analisi, rozzissima, empirica, tutt’altro che scientifica, ci porta a una conclusione facile: sarà un casino. Mettere insieme Cassina e Moggio, o Pagnona con Margno e magari Crandola, sistemare Morterone (con Ballabio? Lecco? o forse col confinante Altopiano?), unire servizi e funzioni: l’abolizione per legge dei Comuni sotto i 1000 abitanti sembra difficilissima da gestire. Specie dalle nostre parti.
Comuni accorpati: a ”sparire” tanti paesi tra Valsassina, Valvarrone e lago
Scritto da: Redazione Valsassina – 12/08/2011
Sono 19 i centri del lecchese che secondo le ultimissime notizie dal Consiglio dei Ministri dovranno essere "accorpati". La stragrande maggioranza appartiene a Valsassina e Val Varrone, a rischio anche importanti realtà turistiche del lago di Lecco. Salva invece la Provincia, sopra ai 300mila abitanti.