"Scelta inevitabile ma sbagliata nel metodo e quindi di difficile attuazione, con tempi incerti e risparmi tutti da dimostrare" afferma Carlo Signorelli, che aggiunge "la via maestra non è quella di unificare due o tre comuni piccoli ma di ridisegnare la rete municipale italiana in linea con quanto già previsto dalla legge 142 del 1990 e mai attuato. Comuni con minimo diecimila abitanti e istituzione dei municipi per i problemi più sentiti dai cittadini (anagrafe, servizi alla persona, piccole manutenzioni)".
"Certamente – prosegue Signorelli – una razionale riorganizzazione dei comuni nella nostra e nelle altre province potrebbe portare a notevoli risparmi. Si pensi a quello che ciascun comune spende per il segretario, per il revisiore del conto, per il responsabile dell’ufficio tecnico, per gli altri responsabili d’area, per la redazione e aggiornamento del Pgt. Solo a Perledo 150mila euro all’anno. Se li moltiplichiamo per le migliaia di comuni piccoli, il risparmio e’ notevole".