Nelle parole del sindaco di Barzio Andrea Ferrari l’orgoglio per un’associazione eccellente, una struttura capace di fornire supporto e sollievo alla piccola fetta di tragedia che a Barzio ha trovato accoglienza; nei volti dei sedici ragazzi strappati con violenza alla Libia, negli occhi di lavoratori trasformati in profughi dalla guerra, le storie di chi a Barzio a ricominciato a vivere e di chi non trova pace.
Fra i ragazzi (il più giovane ha 20 anni il più anziano 42) ecco Thomas, un giovane camerunense che in seno al conflitto libico ha perduto la fidanzata e smarrito le tracce della figlia: con sofferenza il ragazzo racconta la sua storia ai microfoni del notiziario regionale e con lo stesso sconforto condivide la sua disperazione con chi al COE questa sera ha potuto misurare la dimensione privata di una tragedia collettiva.
Nelson Osas, Thomas Nidha Tonye, Aboullay Kone, Bakar Kone, Chuks Smith Agborma, Cogo Kone, Mohammid Saeif Elyzl, Joshua Collins Aiyah, Tourè Maka, Borry Moussa, Mamadou Diallo, Yaya Tankara, Amadou Borex, Lamini Traorè, Yaka Traorè, Bakoyo Bengo a Barzio hanno trovato una seconda casa e al COE una seconda famiglia; per Thomas, che per via della sua vicenda ha avuto occasione di visitare Milano, Barzio è un paese davvero piccolo, ma in grado di dare veramente tanto…