Cortenova, dal passato racconti di streghe paesane



Un fascicolo di una cinquantina di pagine è stato realizzato dai bimbi di quarta e quinta elementare di Cortenova dell’anno scolastico 1991-1992, esattamente vent’anni fa, in collaborazione con insegnanti e genitori. Alunni che oggi sono trentenni e magari ricordano ancora quell’interessante esperienza che, oltre alla parte più misteriosa riguardante le storie di streghe, ha permesso loro di censire tutte le piccole cappelette votive presenti sul territorio.

Sono ventitrè i racconti, più o meno articolati – che parlano di streghe più o meno valsassinesi – usciti dalle memorie lontane degli anziani del paese che li hanno stranamente collegati ai racconti sulle varie cappellette sparse nelle frazioni del paese.
 

 Sotto alcune tra le storie più interessanti.

Si racconta che le donne di Bindo, quando si riunivano a filare, raccontavano storie di streghe. Si narra che erano donne normali, generalmente vecchie, che avevano fatto un patto col diavolo. Si potevano riconoscere perchè quando entravano in chiesa facevano scongiuri e gettavano l’ostia sacra.  Esse si riunivano sul piano di Tartavalle di notte, per ballare e cantare indemoniate con maghi e folletti. In Taeggio, al sasso di Santa Maria Maddalena, nelle notti di temporale uscivano da una grotta tre streghe, ballavano e urlavano durante tutta la tempesta. Dopo il Concilio di Trento non si sono più viste. 

C’era una volta un ragazzo che si chiamava Giusepìn che aveva la fidanzata a Crandola. Alla domenica andava a trovarla passando per il sentiero detto  "Trema sas". Una sera, tornando a casa, si accorse di un gatto nero che lo seguiva, la stesso strano fatto successe anche altre volte, finchè una sera, infastidito, dette un calcio al gatto. Quando tornò a Crandola dalla fidanzata la trovò che zoppicava e preoccupato chiese spiegazioni. La ragazza diede a lui la colpa e scappò dalla finestra adirata tramuta in gatto.

Molto, moltissimo tempo fa, a Bindo girava un bandito chiamato "Quarantel". Per salvarsi la vita da un agguato dei soldati che cercarono invano di catturarlo si rifugiò in località "Pianca". Da quel giorno quel luogo diventò un rifugio di streghe che, con i loro vestiti coloratissimi, ballavano tutte le notti vicino ad un fuoco. La particolarità dei loro vestiti multicolore denota diversa appartenenza a ceti sociali ed a rami di magia non sempre nera. Il bandito "Quanrantel" abitava in una cascina diroccata in una zona boschiva del paese che ancora oggi si chiama "Quarantina"

Una calda sera d’estate, una signora che si trovava all’alpe Oro uscì dalla baita per mangiare, trovò un sasso sul suo cammino e lo gettò a valle. Alcune sere dopo, uscendo nuovamente per cenare trovò lo stesso sasso, lo mise quindi su di un muretto della baita. La sera dopo lo ritrovò in terra e capendo che qualcosa non andava prese il sasso e curiosa lo portò in baita. La stessa sera prima di andare a dormire si fece come di consueto il segno della croce….il sasso cadette in terrà. Terrorizzata la donna molto devota si mise a pregare scacciando il sasso lontano dalla sua baita capendo che era l’incarnazione di una strega. Se per ogni sasso su di un monte valsassinese corrisponde una strega a voi le considerazioni!

Tempo fa, quando recarsi a messa ogni giorno era ritenuto doveroso, un uomo di Prato San Pietro, anzichè recarsi alla funzione mattutina che si teneva all’alba, si recò nei boschi a far legna nella Valle dei Mulini proprio sopra la Strachinera. Mentre camminava sul ripido sentiero a picco sulla valle scivolò: fortunatamente riuscì ad aggrapparsi ad una piccola pianta e non cadde nel dirupo. Mentre cercava con tutte le forze di non mollare la prese una strana bestia in fondo alla valle attirò il suo sguardo. Mezzo uomo, mezza capra con corna ricurve gli disse  di lasciarsi andare che l’avrebbe salvato lui da ogni male. L’uomo impaurito si trattenne più forte alla pianicella curva sotto il suo peso, e pregò di essere salvato. Con questo pensiero restò appeso finchè non fu salvato da un suo compaesano che passava per il sentiero. Quella piccola pianticella non crebbe più rimanendo bassa e curva e lo sfortunato boscaiolo non perse più una messa in tutta la sua vita.

 

 

 

 

 

I "SONDAGGI" DI VALSASSINANEWS

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