PERCHE’ I CRISANTEMI SULLE TOMBE?



Ogni anno il primo di novembre si celebra la festa di Ognissanti e il due la commemorazione dei defunti. Qualcuno si chiederà il motivo di queste specificazioni: perché, come in molti altri casi, le antiche tradizioni, in questo caso cattoliche, ma pur sempre popolari, vengono lentamente accantonate e a volte, dimenticate.

Per intenderci: va bene Hallowen, ma nel nostro passato anche recente, questi erano i giorni dei santi e dei morti e allora cerchiamo di ricordarlo, iniziando da un fiore che è tipico di questo periodo: il crisantemo. Milioni di crisantemi vanno ad adornare le tombe delle persone care che ci hanno lasciato.

Per quale ragione questo fiore, tanto bello, è diventato il simbolo, prevalentemente nella tradizione italo/europea, del giorno dei morti? Qual è stata la sua "storia"?

La prima delle risposte, probabilmente la più ovvia, è proprio la sua fioritura che avviene nel periodo tardo autunnale ed invernale, altra importante concausa la sua resistenza al clima rigido. Nei tempi andati non si portavano ai defunti, nei cimiteri, fiori particolarmente ricercati – comunque non a disposizione del popolo – ma bensì i più comuni;
essi dovevano essere semplicemente la testimonianza di un pensiero per l’estinto. In molti orti, nel passato recente e talvolta anche oggi, si coltivavano e si coltivano i crisantemi per poi  abbellire le tombe dei proprio cari .

Il nome del fiore  deriva dal greco e significa "fiore d’oro". Il crisantemo  viene  coltivato già cinquecento anni prima di Cristo in Cina. Arrivando in Europa verso il 1800, questo superbo fiore perde il suo carattere solare e diventa, nel linguaggio botanico, il simbolo del dubbio e dell’attesa. I fiori che vengono comunemente chiamati Crisantemi nascono dall’incrocio tra due specie originarie dell’Asia; nel corso degli anni dall’incrocio di queste specie selvatiche, e delle varietà da esse derivate, si sono ottenute decine di varietà di crisantemo, anche talune con fiori di forma particolare; ad esempio citiamo i Crisantemi pompon,  grossi e corposi, e i Crisantemi spider con petali laterali molto allungati e sottili.

Col tempo inizia a rappresentare il coraggio e viene regalato, come segno di solidarietà, a chi è colpito da una grave disgrazia. Se per gli indù il crisantemo significa "amore oltre la morte", quindi immortalità e nuova vita piena di gioia, nella nostra civiltà diventa infine il fiore del dolore, della tristezza e della morte. Portato sulle tombe, in modo particolare per il giorno dei morti, finisce per testimoniare l’amore per i vivi verso chi non è più fisicamente presente. La tradizione e l’uso che per anni, decenni, si è fatto di questo fiore lo ha reso inviso a molti, che, se in occasione di una visita si vedessero l’invitato presentarsi, con un bel mazzo di crisantemi, passerebbero all’istante dalla felicità agli scongiuri.

Questa "funerea" fama, fortunatamente, non è "universalmente" riconosciuta, anzi, da oltre duemila anni i popoli dell’Estremo Oriente, come si è detto, coltivano il crisantemo: simbolo di amore e di verità. In Marocco i crisantemi sono portati in dono alle feste e nei matrimoni.

Insomma forse è ora di rivalutare questo splendido fiore, che fra l’altro ha una durata di molti giorni anche se reciso.

(Le informazioni specifiche sono tratte da Wikipedia)

 

 

 

 

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