Privatizzazione dell’acqua: che fine ha fatto l’esito del referendum?



Qualche mese fa i referendum popolari hanno detto no alla privatizzazione dell’acqua, ma in pochi hanno parlato di come si è evoluta la situazione. Circa un mese fa, il capo dello Stato ha ratificato il risultato del referendum e quindi l’abrogazione della norma (l’art.23 bis del decreto Ronchi) che obbligava a mettere a gara la gestione dei servizi pubblici locali, ma il 13 agosto è stata approvata quella che i comitati chiamano una "fotocopia del decreto Ronchi". Una norma che ricalcherebbe "fedelmente" l’art.23bis, reinserendo la liberalizzazione dei servizi pubblici locali abrogata dal primo quesito del referendum.

Per finire, nella legge di stabilità si rafforza il concetto, stabilendo che i sindaci che non metteranno a gara i servizi pubblici locali entro il 31 marzo 2012 potranno essere commissariati o destituiti.
 
Dunque, dopo i referendum popolari, il voto della gente non è stato tenuto in considerazione, anche la Valsassina tranne qualche località ha detto un secco no a questa legge, ma nessuno ne parla. Nel silenzio tutti impegnati a preparare il Natale, ci si dimentica che a primavera la gente ha detto no alla privatizzazione del bene più pregiato nel nostro pianeta: l’acqua.
 
Ecco l’articolo sulla stampa nazionale, dal quotidiano Il Fatto: "Tradito l’esito del referendum, il popolo dell’acqua di nuovo in piazza"
 
 
 
 

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NUOVA LECCO-BALLABIO, DISASTRO CONTINUO

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