2011: MA CHE NATALE E’? UNA RIFLESSIONE



Anche per chi non frequenta gli ambienti cattolici è ben noto che più di 2000 anni fa, nacque un Bambino speciale: Gesù. Così sta scritto sui Libri Sacri. Ma Gesù nacque a Betlemme, attualmente come allora, in Palestina, Terra martoriata e non ancora in pace; i genitori del bambino erano in viaggio e dovettero deporre il nascituro in una mangiatoia. Alla nascita furono invitati i pastori e solo più tardi i Re Magi.

Quanti pensano al significato di questo evento ogni anno ripreso e raccontato?
Dove nascerebbe oggi Gesù se dovesse capitare malauguratamente in Occidente? In un megastore? In un centro commerciale dove viene l’ansia di perdersi? Ci sarebbero milioni di telecamere per testimoniare in diretta l’evento straordinario. Potremmo già immaginare l’audience! Arriverebbe un’equipe di ginecologi tra i più famosi al mondo e la povera Maria perderebbe tutto il diritto alla privacy di cui avrebbe diritto. La notizia rimbalzerebbe  ovunque e i pubblicitari impazzirebbero di gioia.
È tremendo poter anche solo pensare a una simile ipotesi. E allora?

Allora se Gesù dovesse nascere un’altra volta come 2000 anni fa, sarebbe probabilmente nero o marroncino chiaro, o “giallino” come direbbero i bambini, perché il luogo sarebbe nel cosiddetto Terzo Mondo, dove i poveri sono ancora poveri e tanto, dove forse esiste ancora maggiore autenticità, consapevolezza, sacrificio, insieme al sorriso nei piccoli momenti di gioia.

Noi viviamo sommersi dalle luci al neon, ma ci stiamo perdendo il cielo notturno illuminato dalle stelle. Noi rincorriamo i falsi miti dei regali fantasmagorici, ma i nostri bambini stanno perdendo il gusto del desiderio. Noi siamo accompagnati  dal rumore della musica urlata, ma dov’è finito il silenzio che ci aiuta a riflettere, a pensare, a lasciarci andare.
E si potrebbe continuare a lungo.

Questo non è Natale, è una corsa a ciò che è solo status symbol.

Forse chi non ha niente, ha molto da insegnarci. E allora cominciamo ad avvicinarci di più a chi ha bisogno perché povero, perché migrante, perché disabile, perché malato, perché maltrattato. Sono queste le persone che possono aiutarci a ritrovare un senso autentico della nostra vita.

L’augurio di Buon Natale è quello di una splendida poesia di Giuseppe Ungaretti:

NATALE
di Giuseppe Ungaretti

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

Napoli, il 26 dicembre 1916

 

 

 

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