Acqua potabile: ecco come sta quella che esce dai nostri rubinetti



Dal punto di vista dell’igiene, l’acqua ad uso potabile deve rispondere a determinati requisiti di purezza. E’ pertanto assolutamente indispensabile un rigoroso controllo sanitario sull’acqua ad uso potabile, una esatta conoscenza dei caratteri organolettici, fisici, chimici e biologici che contraddistinguono l’acqua pura da quella inquinata o soggetta comunque a possibili inquinamenti.

Dal punto di vista chimico, i valori più importanti da valutare sono la determinazione del pH, il residuo fisso, la durezza, la ricerca di fattori indesiderabili e di sostanze tossiche.              
 
Per quanto riguarda il pH l’acqua ha in genere una reazione neutra o lievemente acida. Valori troppo alti o troppo bassi potrebbero avere un significato indiretto di pericolosità: acque troppo acide (specie in presenza di anidride carbonica aggressiva) o alcaline (specie se per ammoniaca), immesse in tubature metalliche, possono risultare aggressive e solubilizzare componenti che influiscono negativamente sulla gradevolezza dell’acqua (ferro, manganese, zinco) o comportano un vero e proprio rischio tossico (piombo, cadmio).
 
Il residuo fisso esprime il contenuto salino totale dell’acqua. La presenza di sali è indispensabile ai fini della potabilità, in quanto l’organismo umano ha assoluto bisogno di una certa loro quantità nell’acqua che introduce.
 
L’assenza di sali altera i fenomeni di scambio osmotico che avvengono a livello delle cellule gastrointestinali e porta a manifestazioni da carenze nutritive (alterazioni ossee e dentarie). Un’eccessiva quantità di sali minerali è pure dannosa, sia perché rende le acque troppo dure sia perché può alterarne i caratteri organolettici.Il valore massimo consigliato del residuo fisso (determinato a 180 °C ) è di 1500 mg per litro.
 
La durezza è data dal contenuto in sali alcalino terrosi, principalmente calcio e magnesio. Si distingue una durezza "temporanea" dovuta in massima parte ai bicarbonati e in minima parte ai fosfati e ai silicati, e una durezza "permanente" dovuta ai cloruri, solfati e nitrati. La durezza temporanea è così denominata perché scompare in seguito a prolungata  ebollizione. La durezza permanente invece non scompare con l’ebollizione. La "durezza" si esprime in gradi o in Unità di durezza. Per esprimerla in gradi esistono tre sistemi, il francese, il tedesco e l’inglese.
 
Per quanto riguarda i fattori indesiderabili si tratta di elementi e sostanze che non entrano nella composizione delle buone acque potabili e che possono alterarne la qualità rendendole sgradevoli e inaccettabili come acque da bere o inadatte a scopi domestici e industriali, senza peraltro raggiungere livelli di tossicità di concreta importanza.
 
Fra questi fattori vengono menzionati il ferro e manganese, i quali danno origine a colorazioni, intorbidamenti e precipitati, il rame e zinco che possono dare sapore astringente, colorazioni, opalescenza, gli oli minerali, itensioattivi, i fenoli (contaminanti di origine industriale) e i solventi organici alogenati.
 
Prendendo in considerazione i dati forniti da Idrolario dai controlli effettuati (vedi tabella) nel 2011, i valori nei comuni della Valsassina (tranne Premana dove i dati non sono presenti) sembrano essere nella norma – legge 31 del 2011 -, le acque analizzate provengono della rete di acquedotto (tranne a Primaluna dove, nei dati presenti sul sito di Idrolario i controlli sono stati effettuati nella rete di fognatura) e i controlli evidenziati sono di carattere chimico; non ci sono dati dal punto di vista microbiologico. 
 
Continueremo a seguire attentamente i controlli delle acque che utilizziamo in Valsassina e ci siamo attivati per avere al più presto anche i dati microbiologici. 
 
 
 
 
 

I "SONDAGGI" DI VALSASSINANEWS

CHE SI FA A FERRAGOSTO?

Vedi risultati

Loading ... Loading ...

LE NEWS DI VN GIORNO PER GIORNO

dicembre 2011
L M M G V S D
« Nov   Gen »
 1234
567891011
12131415161718
19202122232425
262728293031  

METEO VALSASSINA




VN SU FACEBOOK