I controlli secondo Gnecchi sono sufficienti, anzi raddoppiati perché anche le Asl del territorio, terrebbero sotto controllo i dati della potabilità dell’acqua che esce dei rubinetti per uso domestico; ma sono dati riservati e in possesso degli uffici di Lario Reti e Idrolario.

 

Dunque, niente tabelle o parametri da confrontare, la potabilità dell’acqua viene controllata da cinque tecnici che eseguono le analisi delle acque di tutti i comuni lecchesi e i risultati non vengono inviati a nessuno, semplicemente viene comunicata la non potabilità dell’acqua nel caso sia necessario.

 

Nemmeno i sindaci dovrebbero ricevere i dati ufficiali in possesso degli uffici tecnici di Idrolario, almeno in teoria dovrebbero essere estranei ai dati e si atterrebbero soltanto alle comunicazione dell’ente che regola il servizio idrico.

 

"Le condizioni dei serbatoi e purificatori prima che Idrolario prendesse in gestione l’acqua, soprattutto in Valsassina dove ci sono tantissime cisterne all’aperto era piuttosto critica; da che il nostro ente ha in gestione l’acqua la situazione è migliorata notevolmente e con essa la potabilità" commenta Gnecchi, che conferma quanto sia difficile e a volte complicato gestire, controllare e purificare gli impianti in Valle. "Per esempio, Vendrogno ha una dozzina di serbatoi in funzione, posizionati a diverse quote, a volte di difficile raggiungimento; questo per i nostri tecnici e addetti ai lavori è una difficoltà in più, ma stiamo lavorando per rendere sempre più sicuro la fornitura d’acqua potabile ai paesi della Valsassina".

 

I dati della composizione chimica dell’acqua in Valle (aggiornati), non offrono purtroppo niente di utile sullo stato delle acque valsassinese, quelli microbiologici sono inaccessibili dunque non ci resta altro che fidarci, come per l’etichetta delle acque minerali dove c’è scritto "Quest’acqua è microbiologicamente pura".

 

Ma cosa potrebbe rendere le nostre acque non buone? Dall’ultimo dossier pubblicato dall’Asl di Lecco nel 2010 contenente il rapporto sulla qualità dell’acqua destinata al consumo umano nel periodo 2004/2009, viene spiegato cosa può far diventare l’acqua non potabile. 

 

Ciò avviene quando alcuni parametri (imposti dal decreto legge 31/01) batteriologici e chimici vengono superati. Per i parametri chimici, il superamento dei valori comporta l’adozione di provvedimenti di non idoneità dell’acqua, ma se vengono superati i valori microbiologici, il fatto può comportare un rischio per la salute umana.

 

Le analisi microbiologiche sono mirate a determinare la presenza di batteri cosiddetti indicatori, non si tratta di batteri patogeni (quelli capaci di provocare malattie) ma di quelli che indicano che l’acqua destinata al consumo umano viene contaminata o da microrganismi che si trovano sul suolo o batteri che si trovano nel materiale fecale (fogne, pozzi perdenti, pascoli) accidentalmente infiltratisi nell’acquifero. La loro presenza nell’acqua erogata per il consumo umano è in genere dovuta alla vulnerabilità delle falde ad ogni tipo di contaminazione.
 

Tornando alla famosa disponibilità di questi ultimi dati (che da cittadini prima che a scopo informativo, ci interessa molto conoscere) pare che qualche Comune, forse anche in Valsassina, sia in possesso di un monitoraggio dei valori microbiologici dell’acqua che beviamo. Sembra anche che la divulgazione dei dati sia stata sconsigliata alle amministrazioni locali – ma su questo stiamo indagando proprio in queste ore.