VENDROGNO DOPO IL ROGO: UN ”GIALLO” DIETRO AL GESTO, SICURAMENTE DOLOSO



Esaurita l’emozione, viene il tempo delle analisi. E, auspicabilmente, anche delle indagini. Ormai gli incendi a Vendrogno sono diventati quasi un rito, talmente frequenti da rischiare l’assuefazione. Dalla primavera dello scorso anno, dunque nel giro di meno di un anno, ben undici. Troppi. Anche perché la matrice dolosa è chiara nella maggior parte dei casi, a partire dall’ultimo, quello enorme di ieri [vedi nostro articolo].

Chi ha avuto a che fare purtroppo con regolarità con questi episodi ne è certo: dietro c’è la mano dell’uomo. Uno o più piromani, dei quali andrebbe capito – prima che la cosa possa avere conseguenze più gravi di quelle già serie riscontrate – se la spinta ad agire venga da pura patologia (il classico godimento di questi personaggi nel vedere le fiamme che ardono e distruggono, finora ‘solamente’ boschi e pascoli) o se dietro ci sia qualcosa di diverso e peggiore.

Noi ci limitiamo a raccogliere e pubblicare le voci che circolano da tempo in Muggiasca, dove la gente è stufa e preoccupata; ieri il fuoco ha lambito zone abitate ed è arrivato vicinissimo a due cascine (quelle invece vuote), salvate all’ultimo istante. Ma il livello sembra alzarsi di volta in volta. Ed emerge anche una ipotesi (una chiacchiera finora, ma piuttosto inquietante), legata agli sviluppi più recenti: c’è chi sostiene che almeno l’ultimo incendio, ieri, potesse essere una sorta di "avvertimento" all’amministrazione comunale in carica. Tale lettura a tinte "gialle" e comunque assai forti non ha alcun sostegno pratico ma tiene conto del fatto che, appunto ieri sera, le fiamme sono arrivate molto vicine non solo alla casa del primo cittadino (che abita a Mornico) ma anche dell’assessore all’Edilizia privata Agostini – a sua volta residente a poca distanza da dove si è svilupapto il maxi incendio di martedì.

Come detto nessuna prova ma solo illazioni. Però circolanti in modo insistente. E’ come se – dice qualcuno – gli incendi si stessero in qualche modo avvicinando ai "luoghi del potere".

Ma dalla fantapolitica collegata alla cronaca veniamo ai dati di fatto e a chi, anziché nascondersi e fare danni, al contrario dà una grossa mano, gratis e a proprio rischio, in casi come questi: parliamo del Gruppo Antincendio Boschivo locale, guidato da circa un anno e mezzo da Fabrizio Casati (nella foto a sinistra, già capo della Protezione Civile di Cortenova). Almeno inizialmente, lui sulle supposizioni e la vox populi non si esprime, ma da dire ne ha, eccome. "Prima di tutto devo ringrazie i miei volontari, siamo 18 e regolarmente accorriamo in caso di emergenza. Grazie a loro, abbiamo instaurato un bel rapporto di collaborazione con i Vigili del Fuoco. Ma certo sarebbe meglio se non dovessimo lavorare su questo, bensì solo sulla prevenzione. Invece da tempo abbiamo fin troppe occasioni in cui dover intervenire. C’è gente che lascia moglie e figli a casa, ieri ad esempio uno di noi ha dovuto mollare di colpo la piccola di sei mesi che stava facendo il bagnetto per mettersi a disposizione, contro il gesto di qualche cretino pericoloso. Finora – prosegue Casati – non si è fatto male nessuno ma la cosa a mio avviso ora sta degenerando. Le fiamme arrivano vicino alle case, speriamo non si vada oltre però non ho buone sensazioni specie dopo l’episodio di ieri".

E sulle motivazioni di questi gesti assurdi, conclude con una battuta: "Non so se ce l’abbiano con il Comune, certo potrei dire una cosa… su di me: da quando sono arrivato qui, i volontari dell’AIB sono cresciuti da 10 a 18 unità, ma anche gli incendi sono aumentati in modo spropositato. Ce l’avessero mica col sottoscritto?…".

 

 

 

 

 

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