Parle come te màjet! Dialetto premanese, terza puntata: il clima e la neve



"Fiocà" in premanese significa nevicare o fioccare, se a scendere dal cielo è un leggero nevischio allora si parla dell’arrivo della "fiochisnà".  Ci sono termini per definire anche la consistenza della neve, "nèef spolverénte" si riferisce alla neve dell’aspetto farinoso come polvere, invece se c’è una tormenta di neve, si parla di "ventenèef" (letteralmente: vento e neve). 

"Folepà la nèef" significa camminare sulla neve fresca, mentre la "folepàde" è la traccia lasciata nella neve da chi cammina. Chi a che fare con la neve sa che la cosa più fastidiosa quando si tratta di farla via è quella di fare la prima traccia, cioè, rompere la neve scesa e depositata per terra per iniziare col lavoro di spalatura.
 
Ebbene, in dialetto premanese "sfondrà gió" sta a significare " rompere la neve con i piedi" ed è normale sentire ai tempi delle nevicate, qualche premanese che si lamenta dicendo, "al m’è tocàa sfonderà gió tüte la nèèf" ossia "ho dovuto rompere tutta la neve e fare la prima traccia".
 
Tornando ai giorni nostri, si può intuire l’arrivo della primavera, le giornate si allungano e il sole inizia a sciogliere la neve nei prati, scioglimento che i premanesi chiamano "remolà", mentre la poltiglia di neve che si fonde viene chiamata "sgualdròt".
 
Per finire, vi proponiamo un proverbio tutto premanese che parla della primavera, nel quale si dice che è meglio che essa arrivi in ritardo piuttosto che in anticipo, per evitare gelate dannose per la campagna, "prümavère tardive mai falive
 
Vi lasciamo con una carrellata di proverbi e modi di dire che parlano del tempo:

"l’aque de Belàan la bagne gnaa’ la cóe ai caan": la pioggia che viene da Bellano non bagna neppure la coda ai cani, in pratica non dura molto.

l seréen che vée de nòc al vàal tant come üne vége al tròt": il sereno che vien di notte vale tanto come una vecchia che trotta e quindi non ci si deve contare.
 
"quant che òl Lignòonn al mèt sü òl capèl, trà vie la ranze e tö scià òl rastèl" ossia, quando il Legnone mette il cappello, meglio abbandonare la falce e prendere il rastrello, cioè, si deve smettere di tagliare il fieno ed iniziare a riporlo.
 
 
Testi e citazioni in dialetto dal Dizionario dialettale etnografico di Premana di Antonio Bellati. 
 

 

 

 

 

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