Si sta avvicinando la primavera, e come ogni anno la natura si risveglia in tutto il suo splendore: le prime primule colorano i prati e qualche animale fa capolino dal bosco dopo il letargo invernale. Andando per boschi non è difficile incrociare un capriolo impegnato a pascolare in una radura oppure qualche lepre che scappa frettolosamente. Ma cosa dobbiamo fare se incontriamo un animale ferito o comunque bisognoso d’aiuto?
È importante ricordare che la fauna selvatica è “Patrimonio indisponibile dello Stato” e, dunque, la sua tutela è un’azione che riguarda ciascuno di noi, ma anche che la detenzione di animali selvatici è vietata dalla legge italiana.
La prima cosa da fare è capire se l’animale che abbiamo di fronte è veramente bisognoso d’aiuto oppure no: può capitare infatti che piccoli di merlo o, più in generale, di passeriformi, spicchino goffi voli fuori dal nido, non riuscendo a rientrare, oppure che nel mese di maggio si possano rinvenire cuccioli di ungulati in piccole radure: in questo caso non è necessario aiutare l’animale, se non nel caso in cui l’animale si trovi in vicinanza di strade trafficate, in quanto i genitori sono nei paraggi e alimenteranno e cresceranno il cucciolo.
Diverso è il caso di rondini o balestrucci, che vivono fino allo svezzamento nel nido natio: in quel caso è consigliabile aiutare l’animale. È necessario anche aiutare mammiferi feriti da incidente stradale o da arma da fuoco, portandoli prima a casa e poi riferendosi ai centri specializzati..
Quando avremo raccolto l’animale selvatico dovremo riferirci ai centri specializzati quali il C.R.A.S. (Centro Recupero Animali Selvatici) dell’oasi WWF di Valpredina (http://www.oasivalpredina.it/Cosa_Fare.html, telefono: 035 956140), al numero verde del Corpo di Polizia Provinciale per il recupero della fauna selvatica in difficoltà 800350035 oppure agli uffici Caccia e Pesca della provincia di Lecco.