E’ di questi giorni la notizia che il governo ha introdotto una nuova disciplina nel campo dell’immigrazione che, se dovesse salire alla luci della ribalta, farà parlare non poco di sé. In questo caso il condizionale è d’obbligo, non tanto per l’adozione di questa nuova norma ma per il fatto che la stampa nazionale se ne occupi rubando spazio al fuorviante gossip del giorno.

Il permesso di soggiorno a punti funzionerà più o meno cosi: all’immigrato che lo chiederà verranno assegnati 16 punti basati su alcuni parametri che entro due anni devono essere trasformati in 30 pena la revoca del permesso e la conseguente espulsione. I punti si perdono in caso di condanna – anche non definitiva – e si accumulano grazie a titoli di studio e meriti cosidetti civili come la sottoscrizione di contratti e l’acquisto di immobili.

A parte la difficoltà di mettere in pratica questa norma, diventerà impossibile constatare la regolarità dell’intero metodo, senza calcolare oltretutto l’assenza di un vero sistema di giudizio meritocratico diverso dalle semplici possibilità economiche 

La questione immigrazione coinvolge – anche se in maniera non eterogenea – tutta la Valsassina, il numero di stranieri presenti varia di paese in paese con un picco in bassa e centro Valle.

Sarà difficile calcolare quanti punti abbiano portato con i loro goal i fratelli Ramaj al Cortenova, quante pizze abbia sfornato con un sorriso Rida per i propri affezionati clienti a Barzio; con quanti kebab abbia saziato Paolino i ragazzi grazie alla sua cucina mobile a Cortabbio, quante calze e cinture abbia venduto alle arzille sciure di Bindo quell’allegro marocchino diventato ormai un amico del paese.

Risulta sempre più difficile ricordare con quanti punti in tasca siano partiti per il nuovo mondo tanti valsassinesi ad inizio secolo, soprattutto verso il sud America; quanti abbiano vinto il proprio campionato trovando fortuna ed invece quanti furono retrocessi, rispediti a casa oppure siano andati incontro a destini ben peggiori.

Punti o meno è un dato di fatto che anche la nostra piccola Valle si muove verso un futuro multietnico con un cambiamento già in atto da qualche anno – soprattutto a livello giovanile: tanti ragazzi che assieme ai locals riempiranno la Valle di domani.