L’ultima notizia, in ordine di tempo, è quella (ancora da confermare, ma attendibile) della possibile prossima realizzazione in quel di Introbio di una nuova mini centrale che attingerebbe dalla zona delle cascate della Bocchetta di Biandino – e secondo gli abitanti del paese queste ultime potrebbero venire messe a rischio nella loro stessa esistenza dal progetto. Su questo fronte, nella "battaglia" tra alcuni soggetti che ne avevano fatto richiesta, avrebbe vinto una società con sede in Lussemburgo.
Ma che il famoso "oro blu" faccia gola a tanti è cosa nota. Su piani diversi, ma sempre industriali, l’acqua del territorio introbiese è da tempo al centro di una vicenda complessa, che solo apparentemente è stata chiusa a gennaio con la seconda puntata della "Conferenza dei servizi" dedicata al nuovo acquedotto della Norda – quello che dall’area del Lago di Sasso porterebbe lungo la Val Biandino l’acqua destinata allo stabilimento di Primaluna della grande azienda.
Apparentemente, dicevamo, perché negli ultimi giorni è spuntata da Sondrio una contestazione che sembra avere scatenato una ripresa delle polemiche sul progetto. Con tanto di lettere e telegrammi.
Ultima in ordine temporale la presa di posizione della Fratelli Bregaglio Snc (titolare di gran parte dei terreni che verrebbero attraversati dalle tubazioni): la società lecchese invita l’ufficio tecnico del Comune di Introbio e il SUAP (lo Sportello Unico gestito da Sandro Cariboni) a non procedere ad alcuna attività istruttoria relativa al famoso acquedotto, dopo che lo Ster di Sondrio (la sede valtellinese della Regione) ha comunicato alla Provincia di Lecco che la concessione mineraria del 2007 alla Norda è incompatibile con quella dell’Enel vigente nello stesso bacino (sull’argomento vedi nostro recente articolo esclusivo). "Ciò – ovvero l’avviso, ndr – ad evitare che su tale fondamento vengano basate ulteriori attività amministrative viziate da illegittimità derivata e fonte di ulteriore spreco di attività giurisdizionale".
Come dire che se Comune e Suap procederanno, autorizzando la costruzione materiale dell’acquedotto, la Bregaglio adirà nuovamente le vie legali.
Nel frattempo e sempre sul medesimo fronte un altro soggetto interessato ovvero l’avvocato Giovanni Arrigoni di Introbio segnalava all’ingegner Canali della Provincia di Lecco le problematiche di tutela ambientale a suo avviso derivanti dalla localizzazione del nuovo acquedotto ma anche proprio le possibili "interferenze" tra la concessione alla Norda e quella preesistente data a Enel nella stessa zona.
Questa la lettera inviata a Comune e Provincia da Arrigoni prima dell’ultima Conferenza dei servizi:
"A mio avviso – sostiene oggi l’avvocato Arrigoni interpellato da Valsassinanews – la decisione assunta dalla Conferenza dei servizi è quantomeno affrettata non tenendo conto e della situazione in fatto dei luoghi e in diritto delle legittime aspettative di tutti gli interessati – Enel compreso".
Insomma, mentre si apre una nuova vicenda che riguarda il Troggia, le sue acque e le bellissime cascate della Val Biandino, ecco che la questione dell’acquedotto dal Lago di Sasso pare a sua volta non chiudersi.
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”CONCESSIONE INCOMPATIBILE”
Scritto da: Redazione Introbio – 09/03/2012
Foto della cascata tratta da www.hikr.org – autore Barbacan