COGNOMI VALSASSINESI/SECONDA PUNTATA. I COMBI: IN ALTOPIANO E NON SOLO



Come definito da Dante Olivetti, famoso filologo, glottologo e linguista Italiano di inizio secolo, il cognome Combi deriverebbe da una parola dialettale, molto antica, combo che significa “valle, vallata”; da segnalare la presenza dei  cognomi Lacombe (francese) e Combe (britannico) che significano “valle”. In Valsassina si ricorda la presenza dei primi Combi, nei comuni di Cassina e Moggio a partire, rispettivamente, dal 1455 e dal 1419. A Cremeno dal 1550 sono presenti altre famiglie Combie, proprietari di molte terre.

Partendo da Moggio dove ritroviamo le famiglie più antichi e nobili, nei registri battesimali dal 1576 fino a fine secolo si risale ad un fatto strano e curioso: era usanza aggiungere al cognome Combi un secondo cognome Avustelli o Agostelli. E’ proprio da qui che inizia la dispersione delle famiglie Combi  in tutta la Valle e non solo.

Si ricordano a Barcone da metà del 1600, a Introbio troviamo dei Combi addetti alle carceri pretorie dal 1713 poi estinti, a Pessina nel 1791 si ricorda un Giovanni fu Carlo Combi oste e proprietario di miniere con diritto di colare il ferro (anche se potrebbe essere originario della bergamasca), a Crandola dal 1730 ed infine nel 1853 due fratelli Combi raggiunsero bella rinomanza per la lavorazione e trasformazione del  ferro in lame ad uso agricolo e domestico – questi prodotti erano noti  in tutta la Lombardia – (si ricorda che la Valsassina era ricca di cave di ferro e per questo famosa in tutta la Lombardia; le cave furono chiuse in seguito all’arrivo di molte materie prime dall’ America a minor prezzo).

A Moggio, che sembrerebbe il punto di partenza di tutti i Combi verso fine 1700 le famiglie rimasero talmente poche che nei registri sono riportati degli arrivi – 1887 – di molte famiglie Combi da Cassina.

Tra tutti questi Combi il più illustre è Pietro Combi che da Moggio si trasferì molto giovane a Venezia –  inizio 1800 – e morì a Milano il 2 luglio 1853. Formatosi nelle scuole musicali veneziane – nell’archivio Storico della Fenice sono presenti ampie testimonianze della sua presenza – è ricordato per aver composto le musiche per opere e tragedie come Ginevra di Monreale, Luisa Strozzi, La sposa e l’eredità, Adelaide di Franconia, Cosimo de’ Medici, andate in scena alla Fenice di Venezia, a Napoli, a Trieste e a Genova. La sua ultima opera è la tragedia lirica in 3 atti Cleopatra, dopo di questa il musicista scomparve per dieci anni – fino alla sua morte.

Attualmente i Combi sono più numerosi a Cassina rispetto a Moggio e sono comunque concentrati maggiormente in Lombardia.

 
                                                          CARTINE DAL SITO www.cognomix.it

 

 

 

 

 

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