Eccola allora la cronistoria della vicenda, redatta da un gruppo di oppositori della cosiddetta "oasi" posta in un punto che per molti residenti è poco opportuno. Una ricostruzione vista con gli occhi degli "Indignados" che sottolineano come invece ad Introbio i cassonetti vengano tolti dalla circolazione. "L’opinione dei cittadini non conta" – affermano tra l’altro i contestatori che nel frattempo hanno raccolto parecchie decine di firme contro l’area ecologica, ormai pressoché terminata.
Questo il documento consegnato oggi a Valsassinanews:
Riassunto della costruzione dell’area ecologica di Prato S. Pietro
I lavori partono in sordina in concomitanza con gli scavi per la banda larga di internet, senza l’affissione di alcun cartello per segnalare il tipo di opera in costruzione.
Alla scoperta di cosa stava sorgendo, alcuni abitanti della via hanno chiesto spiegazioni ma si sono ritrovati di fronte al muro di gomma della quasi totalità della giunta che, ferma nel suo proposito, replicava – anche con toni poco consoni a dei pubblici rappresentanti – “così abbiamo deciso e così facciamo”.
Risultato: vengono murate le piantane.
Altri cittadini cominciano ad accorgersi della costruzione, vengono fatti nuovi reclami, attaccati i manifesti di protesta dei bambini (stranamente sparisce il cartello “Parco Giochi”) ed inizia la raccolta firme, che in soli due giorni vede l’adesione di oltre 60 persone ed è prontamente consegnata in Comune.
Risultato: viene montato il tetto, levata la recinzione. L’area è praticamente finita.
Nel frattempo le firme sono raddoppiate….
……e a Introbio annunciano addirittura che, loro, i cassonetti li levano invece di costruirgli la casetta.
Di fronte al dissenso di così tante persone ci si sarebbe aspettati che quei “rappresentanti dei cittadini” si ponessero qualche dubbio ed avessero il buon senso di riconsiderare l’opportunità delle proprie scelte.
Non è successo. Anzi, i lavori proseguono a tutta velocità, bisogna concludere, e in fretta, secondo il ricorrente malcostume del “quando è finito è finito” e “così la smettono di rompere”¸ in futuro, forse, ci penserà qualcun altro.
L’opinione dei cittadini non conta. Non è stata data alcuna spiegazione valida e convincente, sempre che esista. Sarebbe forse stata opportuna un’assemblea pubblica, visto il malcontento.
Il tentativo di cambiare il nome alle cose (ora si parla di “tettoia”), peraltro smentito dalla delibera n. 17 pubblicata il 19/04/2011 che recita “approvazione progetto definitivo esecutivo realizzazione AREA ECOLOGICA per deposito rifiuti urbani” a Prato San Pietro, non cambia la sostanza dei fatti ed il problema del degrado dell’area non si risolve di certo con la promessa di una derattizzazione ogni 6 mesi: restano sempre e comunque odore, sporcizia e pericolo. Per farsi un’idea basta dare un’occhiata all’area ecologica già esistente dietro la chiesa di Cortenova.
Perché i lavori non sono stati fermati subito?
Non è ora di smettere di considerare i propri elettori dei fessi, degli ingenui da abbindolare a piacimento con argomentazioni banali e di scoprire le carte e risolvere il problema una volta per tutte???
Gli Indignati di Prato San Pietro
Sotto – foto inviataci via e-mail – un esempio di “rifiuto urbano” depositato il mese scorso nell’area ecologica
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