La lavanda dei piedi nelle chiese della Valsassina



La Chiesa vede nel gesto della lavanda dei piedi un simbolo dell’amore di Dio per gli uomini. Il gesto riassume tutta la vita di Gesù, il quale "non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10,45). Il gesto che compie Gesù non è dunque da intendersi come un rituale di purificazione sullo stile di quelli giudaici, ma viene visto come il simbolo della purificazione che attuerà per tutti gli uomini con la sua passione, morte e risurrezione, gesto estremo di amore per noi.

Lavarsi i piedi gli uni gli altri significa per i cristiani fare memoria dell’amore che Gesù ha avuto per i suoi discepoli. La chiesa Cattolica rivive il gesto della lavanda dei piedi durante la liturgia del Giovedì santo, nella messa in Coena Domini.

Il cardinale Scola arcivescovo di Milano ha celebrato in Duomo la messa del giovedì santo; nel rito che precede la messa il cardinale ha lavato i piedi a 12 bambini della parrocchia di S. Vincenzo in Prato. "L’assunzione delle proprie responsabilità e l’espiazione, ha detto Scola, sono principi senza i quali l’umana convivenza si infragilisce e si riduce – ha aggiunto, citando Italo Calvino – a "ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma".

Nelle immagini il rito nelle Comunità Madonna della neve, Regina dei Monti e a Premana.

Foto di Marco Ruffinoni e Pina Aramognana


Lavanda dei piedi a Primaluna

Lavanda dei piedi a Premana

Lavanda dei piedi a Barzio
 

 

 

 

 

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