Eccoci alla seconda puntata di queste quindicinali "Amenità dalla Valsassina" a firma Ciceruacchio. Anche oggi ce n’è un po’ per tutti – e sarà così ogni due domeniche grazie a questo nuovo membro della grande famiglia di Valsassinanews. Stavolta tocca alle amministrazioni di Cortenova, Margno e Ballabio – con una immancabile spruzzata di… "Forza Gnocca". Ovviamente in salsa valsassinese.
* Quando uno legge “Oasi ecologica” pensa che si tratti di un’area protetta per animali selvatici o di un parco giochi per bambini. In realtà questo è uno tra i tanti eufemismi per indicare che parliamo di una meno nobile discarica di immondizie, ad uso dei villeggianti.
A Cortenova ce n’è già una, peraltro molto criticata, e la seconda la stanno costruendo a Prato S. Pietro, ma non è gradita ad alcuni residenti che abitano nelle vicinanze, ritenendo sufficiente quella esistente. Da qui la raccolta di firme per una petizione.
Dello stesso parere è l’opposizione in comune che accusa la maggioranza di non avere mai presentato il progetto esecutivo in consiglio comunale, e di averne quindi preso atto a lavori già iniziati.
Il borgomastro Luigi Selva smentisce l’opposizione affermando che l’opera è: trasparente, votata in consiglio, in bilancio già da due anni; era solamente in attesa dei relativi finanziamenti.
Tra i firmatari della petizione c’è anche l’assessore Wladimiro Radogna, che si è poi pentito di averla votata. Non era più serio dimettersi? (vedi la quadrega nell’amenità che segue).
Il problema è di capire se queste Oasi hanno una loro utilità sulla base di un piano di razionalizzazione dello smaltimento dei rifiuti, che includa anche Bindo.
Se la risposta è positiva, ancora una volta emerge il vizio italico (ben interpretato dagli “Indignati di Prato S. Pietro”) secondo il quale “i rifiuti stanno meglio in casa altrui anzichè nella mia”.
* Su un quotidiano svizzero leggo che in val Leventina 8 comuni (circa 4500 abitanti) si sono fusi e sono andati al voto per eleggere il loro nuovo consiglio.
Nel Canton Ticino è da anni in corso un processo di aggregazione tra i piccoli comuni, a prescindere dal loro colore politico di origine. Per inciso, l’opinione pubblica è molto favorevole.
Anche in Valsassina si è aperto, per giusta imposizione del governo Monti, un dibattito analogo, ma da quello che emerge c’è molto poco di cui rallegrarsi.
La “linea del Piave” dei nostri borgomastri è quella di limitare l’unificazione dei paesi, solo ed esclusivamente alla gestione dei servizi.
La balla più grossolana che sparano, a giustificazione, è che con la fusione si annullano le identità storico-culturali dei vari paesi, quasi come se ci fossero grandi differenze, che so, tra Barzio e Moggio, Pasturo e Taceno, Crandola e Casargo, e così via.
La verità è che la quadrega se la tengono ben stretta ai lombi e la mollano solo per ambire ad un livello politico superiore.
Se osserviamo come si è involuta la valle in questi ultimi lustri, rafforzo l’idea che le vere ragioni sono per niente culturali e molto più di bottega.
* Margno è uno dei pochi paesi di cui si parla poco, quasi come se non esistesse. Già rinomato paese turistico dell’alta valle, da almeno una quindicina d’anni vive un inesorabile declino e nessuno ha la voglia o la capacità di interrogarsi e, se del caso, di prospettare delle soluzioni per invertire questa tendenza.
Un’involuzione che l’ha trasformato in un paese “dormitorio” perchè gran parte dei residenti lavorano altrove e rientrano a casa la sera.
Le amministrazioni comunali succedutesi, sostanzialmente sempre le stesse, non hanno mai brillato né di fantasia nè di capacità progettuale.
Da anni che non c’è più un albergo, una banca e, attualmente, c’è rimasto un solo negozio di alimentari perchè l’altro ha traslocato nella più conveniente Casargo.
La risorsa di Margno è il Pian delle Betulle, sfortunatamente poco gratificato dalla neve ma, tutto sommato, bastano uno-due mesi d’inverno e tre d’estate per far vivere di rendita qualche famiglia.
Il collegamento invernale con l’Alpe di Paglio è tramontato anche e non solo a causa dei pesanti debiti della società che gestisce gli impianti di risalita, e che nessuno intende giustamente accollarsi.
L’ultimo evento di cronaca è stato, paradossalmente, l’arrivo quest’inverno della ex-ministra Brambilla al turismo, non già per portare idee e quattrini, ma per contare il suo peso politico all’interno del PDL. Salvo poi prendere atto che quel poco che aveva costruito ha subìto uno scippo, sciogliendosi come neve al sole.
* Costruito in fretta e furia per bruciare la concorrenza della Comunità Montana della Valsassina che pensava, a passo di lumaca, di fare qualcosa del genere, il Ventaglio di Ballabio ha risolto il problema del riscaldamento che procurava notti insonni al borgomastro.
Alla fine, Pontiggia ha rinunciato alla centrale a biomassa che gli creava un po’ di casini e, in premio, il metano gli darà una mano.
Ora Il problema è di capire a che titolo il Ventaglio venderà ai turisti e ai nativi i prodotti di eccellenza della Valsassina quando amministrativamente, con la valle, non c’entra una mazza perchè Ballabio è nella CM del Lario Orientale. Altro opportunismo italico: un piede di qua, l’altro di là.
* Debutto in pompa magna di Antonio Pasquini nella novella veste di vice-coordinatore del PDL provinciale.
Dopo tortuosi e spericolati slalom tra le varie anime berlusconiane, ha trovato casa tra i seguaci di don Giussani e di altri suoi ex compagni (o camerati) di AN i quali, loro malgrado, lo hanno dovuto digerire.
Questo riposizionamento gli ha consentito di raggiungere finalmente la meta tanto agognata, che è quella di guadagnarsi un’adeguata visibilità in vista di una eventuale candidatura elettorale. In regione è troppo?
Dovrà però fare i conti con gli ex della ministra Brambilla, che ha repentinamente abbandonato, dopo un breve transito, e che pare siano un tantino incazzati.
Auguri e … Forza Gnocca!!!
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Angelo Brunetti detto Ciceruacchio (Roma, settembre 1800 – Porto Tolle, 10 agosto 1849) fu un oste e un patriota italiano, che combatté per la seconda Repubblica romana, alla cui caduta fuggì con Giuseppe Garibaldi per raggiungere Venezia. Il soprannome ciceruacchio, datogli da bambino, è la corruzione dell’originale romanesco ciruacchiotto (grassottello).
[da Wikipedia.it]