La manifestazione culturale avverrà nella chiesa prepositurale del paese dove verrà celebrato un vespro nel rito antico (in latino) secondo la ricostruzione fatta a Cortenova. Grazie a un accurato lavoro di ricerca "sul campo" con la preziosa collaborazione di alcune persone anziane è stato possibile ricostruire l’Officium Parvum della Beata Vergine Maria così come si cantava secondo la tradizione orale nei paesi della Valsassina: le stupende melodie ambrosiane si alternano ai toni popolari trasmessi di generazione in generazione nel contesto della celebrazione liturgica in rito antico.

La celebrazione è articolata in quattro momenti:

– Vespri solenni
– Processione con canti
– Canto delle Litanie delle B. V. Maria
– Benedizione Eucaristica 

L’ufficio della Madonna è dedicato alla lode di  Maria, Vergine e Madre di Dio. Alla esaltazione della Sua collaborazione al piano salvifico di Dio si associa la preghiera di intercessione che il credente a Lei innalza.

Rispetto ai normali schemi dell’Ufficio, è alquanto più breve e soprattutto sempre uguale. Era perciò di facile impiego ai laici, anche a coloro che non conoscevano il latino; in alcune parrocchie, fra le più piccole, un tempo era cantato al posto dei più lunghi e complessi Vespri della Domenica.

Ricevette particolare diffusione durante il secolo XI ad opera di un grande mistico, s. Pier Damiani, e di papa Urbano II, che era stato allievo di s. Bruno di Colonia, fondatore dei Certosini. Questi ultimi ancora oggi cantano l’ufficio della Madonna dopo ciascuna delle ore canoniche proprie del tempo liturgico.

Nella Diocesi di Milano, soprattutto i membri delle confraternite del Santissimo Sacramento avevano il dovere, alla domenica e nelle feste dell’anno, di ritrovarsi in chiesa a recitarlo, nella forma tripartita propria del rito ambrosiano.  

Nei Vespri ambrosiani, la prima sezione, detta Lucernario, consiste in un rito della luce di evidente ascendenza dalla preghiera vespertina ebraica. Un tempo presente anche in altre liturgie dell’Occidente latino, è caratterizzato dall’offerta dei lumi (e talora dell’incenso). Consta di: Lucernario propriamente detto; antifona "in choro", così chiamata forse perché anticamente i cantori la eseguivano disponendosi in cerchio; inno; responsorio "in choro".

Ha quindi inizio la parte salmodica, che ripropone lo schema tipico dei Vespri dei Santi: un salmo proprio, immediatamente seguito dai Salmi 133 e 116, sotto un solo Gloria e una sola antifona; un’orazione; un altro salmo proprio con relativa antifona. Anche in questo caso rimontiamo al mondo ebraico: il Salmo 133 allude al servizio serale dei Leviti e il 116 è la classica dossologia ebraica. Questa sezione termina con il canto del Magnificat.

Si ha infine la parte stazionale, che in origine prevedeva una processione al canto della Sallenda (un tipo di antifona con Gloria Patri); seguono i riti conclusivi, con la recita silenziosa del Pater noster e la preghiera per i defunti.

Ai Vespri segue la processione con la statua della Madonna; al rientro in chiesa, dopo il canto delle Litanie mariane in uno dei tanti toni popolari, si svolge il solenne rito della Benedizione eucaristica: ha inizio con la stupenda melodia ambrosiana della sallenda "O sacrum convivium"; gli inni "Tantum ergo" e "O salutaris hostia" saranno invece cantati secondo le melodie di tradizione popolare.

Nella celebrazione odierna, l’Ufficio della Madonna viene cantato secondo le melodie in uso nella tradizione orale di Cortenova, ricostruite grazie alla memoria di alcune persone,  che ringraziamo sentitamente.

Vi si trovano melodie appartenenti all’autentica tradizione ambrosiana e altre tipiche della tradizione "popolare" del territorio, con le varianti caratteristiche che le rendevano uniche a seconda del luogo.

Iniziativa organizzata da Res Musica nell’ambito del Progetto REIL – Registro delle Eredità Immateriali della Lombardia