ORSI VISTI A COLICO. LA PROVINCIA: ‘NIENTE PAURA, POSSIBILE INCENTIVO TURISTICO’



Tutti riuniti intorno al tavolo di Villa Locatelli: assessorati (Ambiente e Agricoltura, rispettivamente Signorelli e Dadati), esperti e tecnici, Nucleo Faunistico della Polizia Provinciale, ASl di Lecco. Lo sforzo era quello di fare chiarezza su quanto sta accadendo intorno all’orso o agli orsi al centro dell’attenzione in questi giorni tra Valsassina, lago e Val Varrone. Intanto, ormai è chiaro che di questi animali si sta parlando, nessuno più esclude che uno o più plantigradi si stiano aggirando tra le Grigne e la sponda orientale del lago. Poi l’opinione degli addetti ai lavori è che si possa trattare di un solo esemplare ("Di solito vivono isolati"), pur non potendo smentire in via assoluta che gli orsi in circolazione siano più d’uno.

A introdurre la conferenza è stato l’assessore Signorelli, che ha smentito in parte quanto detto negli socrsi giorni da VN: non risulta che sia stato aggredito alcun capriolo, mentre le pecore di Mandello aggredite sono state quattro: due sono state ritrovate morte, mentre le altre sarebbero rimaste ferite lievemente. L’ultimo avvistamento, è stato detto poco fa, è avvenuto nella mattinata di ieri sulle montagne sopra Colico. Secondo quanto accaduto si suppone perciò che si tratti o di un orso in continuo spostamento o (meno probabile) di due diversi esemplari.

Fondamentale per i convenuti ribadire che comunque non ci si deve preoccupare e che si tratta di una specie assolutamente inoffensiva per l’uomo ("Basta spaventarlo che scappa"): anzi, si deve considerare la presenza di questa fauna come una potenziale risorsa turistica – e in questo senso è stata citata l’esperienza del Trentino Alto Adige, dove è avvenuta la reintroduzione degli orsi bruni, creando per l’appunto occasioni di promozione del territorio interessato. Fondamentale inoltre dare informazioni, soprattutto ad agricoltori ma anche ai cittadini, visto che il caso di avvistamento precedente risale al 1894 nelle zone di Primaluna.

Dadati spiega che "l’arrivo dell’orso era previsto, anche se ci si aspettava arrivasse dopo. Però non bisogna vedere l’orso bruno come una minaccia, perchè non lo è." Infatti in Italia negli ultimi 150 anni non sono state documentate aggressioni ai danni dell’uomo da parte di questo animale. Basta solo un minimo di informazione, e il plantigrade può diventare una buona "attrazione" in un’ottica turistica.

L’invito alla clama è ribadito anche dall‘ASL: nelle alpi orientali ci sono tra i 35 e 40 esemplari della specie, perciò il rischio di incontrarne uno è veramente basso. Può appunto diventare una risorsa, e probabilmente "per il turismo può fare di più l’orso che il giro d’Italia".

Nelle battute finali è intevenuto anche Pietro Gatti, referente per la Provincia di Lecco del progetto LIFE Arctos per la conservazione dell’orso bruno, il quale ha continuato con le rassicurazioni: gli orsi vivono solitamente isolati, e si muovono solo durante la notte. Non si bisogna preoccuparsi nel caso se ne incontri uno, perché potenzialmente "è più pericoloso un cane"; per difendersi basta spaventarlo, magari sparando in aria, ma non va in alcun modo ferito.

DOSSIER ORSI (dall’archivio di VN)

SE INCONTRO UN ORSO, COSA DEVO FARE?
LA GUIDA DI VALSASSINANEWS

 

Scritto da: Redazione Natura – 23/05/2012

 

L’eventualità di incontrare un orso è molto remota, tuttavia gli individui, in particolare i giovani, che hanno cominciato ad esplorare nuovi territori e ad allontanarsi dalla "core area" del Parco Adamello Brenta sono ormai giunti in Provincia di Lecco. Nell’eventualità di trovarne uno tra i sentieri delle nostre montagne, vi lasciamo una guida di cosa fare.

 

 

 

 

 

 

I "SONDAGGI" DI VALSASSINANEWS

BOTTI A CAPODANNO: TRADIZIONE O INCIVILTÀ?

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