Sembra Kafka, ma è Valsassina, Italia, nel 2012. La storia la racconta lo stesso Piero, padre di tre figli, piccolo trasportatore che a lungo ha avuto un’azienda agricola in Muggiasca (ora abita ad Abbadia Lariana): "Ho venduto stalla e fienile ad un tale di Portone, formalmente alla sua impresa edile che però è fallita. L’imposta sulla vendita non è stata pagata e mi ritrovo a doverla versare io, solo che la stima fatta dalle Entrate per la mia ex proprietà non è di 120mila euro, ma di tre volte tanto. E per questo mi è arrivata una cifra assurda, 55mila euro da pagare che un po’ alla volta sono diventati 71mila. Settantunomila euro, su una stalla che ne vale 120mila, non ha senso… E poi io ovviamente non ho una somma del genere".
La vicenda è complessa ma sta giungendo ad un nodo: entro il 5 giugno secondo Equitalia (che deve riscuotere per l’Agenzia delle Entrate) Piero deve pagare. O rischia la sua casa, dove vive con moglie e due dei tre figli. "Nel frattempo sono state fatte due altre perizie – racconta il protagonista involontario – entrambe concordano su un valore di 120mila euro per la stalla. E il bello è che una è di parte, l’ha fatta per me Rocco Cardamone (ex sindaco di Abbadia, ndr) ma l’altra è dell’incaricato del tribunale di Lecco…".
Ma come è possibile una differenza di questo genere? Secondo Piero "Loro hanno fatto un calcolo utilizzando parametri fissi e considerando la stalla alla stregua di un capannone industriale – che in Valsassina ha determinati valori. Da lì è uscita questa cifra di 360mila euro. Adesso però le cose vanno sistemate: la proprietà vale un terzo e su quello l’imposta è stata regolarmente versata. Vogliono una differenza che non sta in cielo né in terra. Mi sono rivolto alla deputata Lucia Codurelli, la devo incontrare nei prossimi giorni perché so che ha a cuore storie come questa. Speriamo bene…".
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