PERCHÈ DOBBIAMO PREOCCUPARCI PROPRIO ORA DI SALVARE GLI ULTIMI ORSI?



"Mio padre mi ha sempre insegnato che ogni animale pur piccolo o grande che sia ha un ruolo nella natura e per questo importante. Saper rispettare ciò che è diverso da noi è il primo passo per considerare sacra la vita di tutti". Così annota una nostra lettrice nell’inoltrare a Valsassinanews il testo del dottor Colombo, suo collega. Lo riteniamo uno scritto di grande importanza, di questi tempi e in assoluto; per questo ve lo riproponiamo, in forma integrale:

Oggi lo spirito del grande orso è scomparso da gran parte della nostra terra, ma al tempo dei nostri nonni esso era ovunque e tutti lo rispettavano, perché più forte e valoroso di ogni guerriero. Qui, dove vive ancora, lo spirito del grande orso riempie la terra.  Io prego nel mio cuore per il suo futuro
Capo Pellerossa.


Perché proprio ora alle soglie del terzo millennio ci dobbiamo preoccupare di salvare gli ultimi orsi delle nostre montagne?

La risposta potrebbe essere molto articolata, ma quella vera sta tutta nelle parole semplici e sapienti di questo vecchio capo pellerossa. Salvare l’orso per l’uomo contemporaneo rappresenta molto di più di un semplice intervento di  protezione dell’ambiente, ma significa salvare il proprio spirito facendo i conti con il proprio passato. Dovremmo tutti considerare che il fiero, simpatico e selvaggio orso, costituisce uno dei più autentici marchi di qualità e identità culturale del nostro ambiente di vita.

Finchè lui ci sarà, saremo sicuri che esisterà una sia pur piccola parte di mondo ancora avvolta dal mistero, che non riusciremo mai a banalizzare e conquistare.

Con i potenti mezzi a nostra disposizione, uccidere uno dopo l’altro questi pacifici bestioni sarebbe un gioco da ragazzi, ma sicuramente immediatamente dopo, ci sentiremmo tutti, come diceva Dino Buzzati, un poco più tristi e un poco più poveri. Io penso invece debba esistere un altro modo è più nobile ed intelligente per l’uomo moderno di rapportarsi con l’orso: sottrarlo in maniera definitiva al pericolo di estinzione. Nell’era moderna tutto questo appare arduo, controcorrente, spesso impopolare, quasi impossibile, ma se nel passato un uomo che uccideva una creatura enorme e terrificante come l’orso era considerato un grande guerriero, ora possiamo senza dubbio affermare il contrario:la vera forza sta molto più semplicemente nel lasciare che lo spirito del grande orso continui a sopravvivere accanto a noi. Proprio ora, nell’era moderna in cui abbiamo tutto, potremmo riscoprire che la vera ricchezza sta in ciò che abbiamo più scordato, spesso disprezzato, e che per essere felici ed in sintonia con il mondo che ci circonda, abbiamo bisogno anche del fiero e simpatico orso, che con il suo spirito ci conduce alla riscoperta della vera essenza della creazione, autentica e insostituibile ricchezza, per la cui salvezza, vale la pena di vivere.

Non è possibile accettare silenziosamente che gli ultimi orsi della penisola scompaiano uno dopo l’altro, vittime dell’egoismo di pochi uomini, che nulla hanno capito delle sapienti parole del capo indiano, prima citato, perché nel mondo attuale, l’orso rappresenta sicuramente un’autentica barriera alla distruzione della splendida natura primigenia, dove questa fortunatamente ancora sopravvive.

Finchè l’orso vivrà, finchè potremmo notarne le sue orme smisurate, udirne i richiami provenire dal folto della foresta, sentire i suoi movimenti lungo le creste più a noi inaccessibili delle montagne, potremmo sicuramente affermare di vivere in un ambiente sano e con buone speranze di futuro anche per i nostri figli. E soprattutto finchè, l’orso vivrà potremo chiedergli di accompagnarci negli angoli più sperduti e solitari  a scoprire la realtà millenaria degli ambienti più selvaggi, capendo così che l’importante non è avere ma essere, condividendo con una creatura, pur così diversa da noi, tutto quello che fa così meravigliosa  la vita sulla terra.

Potremo fare così all’orso il regalo più gradito: quello di essere felici della sua presenza anche senza averlo mai visto ma sapendo che semplicemente lui è sempre lì nel folto di una foresta, o in cima a una montagna… avvolto nel mistero della creazione.

E’ per questo che deve continuare a vivere e ad indicarci con il suo spirito e la sua forza prodigiosa la strada da seguire per la salvezza del pianeta, sperando che siano sempre più numerosi gli uomini che non solo con la mente ma anche con il cuore si battano per la sua salvezza.

RICCARDO COLOMBO

 

 

 

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