FESTA DEI CARABINIERI, TANTA VALSASSINA. PREMIATI I CC ”ACCIUFFA LADRI”



In linea coi tempi austeri, i festeggiamenti di quest’anno si sono svolti nel piazzale della caserma della compagnia provinciale di corso Martiri della Liberazione, con nessuna parata se non di uomini. Ed è stata l’occasione per il bilancio annuale da parte del comandante tenente colonnello Marco Riscaldati che ha ricordato come in un contesto di crisi iniziano ad evidenziarsi reati collegati ai bisogni, come il taccheggio. "Di alimenti e abbigliamento nei negozi e di scarpe nei mercatini rionali", nel primo quadrimenstre di quest’anno le fattispecie dei reati connessi al furto in provincia di Lecco sono invece in diminuzione: "10,3% dei furti negli esercizi pubblici, di oltre il 10% dei furti di automotoveicoli; ha registrato poi una lieve flessione del totale dei furti commessi ed una sostanziale eguaglianza dei furti in abitazione". Complessivamente nella provincia il tasso di delittuosità è steso dell’11,9%. Mentre a vario titolo e non solo per le denunce a bussare alle porte delle stazioni locali si sono presentati 50mila cittadini nel corso dell’anno.

E in questo è da segnalare il riconoscimento al team degli investigatori ( a destra in foto) del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Lecco per l’aver saputo "beccare" i responsabili di venti furti e due rapine in appartamento – alcuni dei colpi anche in Valsassina leggi qui la motivazione. Molte le autorità presenti alle celebrazioni, ad iniziare dal senatore Rusconi, il nuovo prefetto Antonia Bellomo, il presidente della Provincia Daniele Nava, l’assessore regionale alla famiglia Giulio Boscagli.
 

Riscaldati nel proprio discorso ha ricordato almeno in tre passaggi l’importanza della collaborazione con i sindaci del territorio, moltil dei quali lo stavano ascoltano anche se si è notata una defezione importante quella del lecchese Virginio Brivio che ha mandato il suo vice Campione. Per la Valle si sono notati i sindaci di Premana Silvano Bertoldini, di Barzio Andrea Ferrari (ex carabiniere), di Casargo Pina Scarpa, di Margno Massimiliano Malugani e di Pagnona Martino Colombo. Per Ballabio l’assessore Manuela Deon, presenti infine il sindaco di Perledo e assessore provinciale Carlo Signorelli, il vicesindaco di Introbio Fabio Brini e il primo cittadino del paese della Muggiasca. Tra gli ex carabinieri anche l’assessore provinciale Fabio Dadati.


Alla cerimonia hanno partecipato i vertici delle altre forze: i comandanti provinciali della Guardia di finanza Ettore Ciccone, dei Vigili del fuoco Filippo Fiorello, del Corpo forestale dello Stato Carlo Parente, della Polizia stradale Mariella Russo, della Polizia provinciale Raffaella Forni.

IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO DEL COMANDANTE PROVINCIALE
TENENTE COLONNELLO MARCO RISCALDATI

 
Saluto e ringrazio tutte le Autorità civili e militari intervenute e tutti coloro che, con la loro presenza, rinnovano la testimonianza di stima e di affetto verso i Carabinieri.
Celebriamo oggi il 198° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri, a soli due anni dallo straordinario traguardo dei 200 anni di storia. Il 13 luglio 1814 il Re Vittorio Emanuele I ordinò la costituzione “…di un Corpo di Militari per buona condotta e saviezza distinti, col nome di Corpo de’ Carabinieri Reali […] per sempre più contribuire alla maggiore felicità dello Stato, che non può andare disgiunta dalla protezione e difesa de’ buoni e fedeli Sudditi nostri e dalla punizione de’ rei".

Condizione indispensabile alla realizzazione di tali finalità, dunque, era che si creasse nei Carabinieri la piena efficienza morale, mediante una rigorosa selezione operata tra i militari della preesistente Gendarmeria per far fronte alle questioni di ordine e sicurezza pubblica di quel tempo. Fu dunque il carattere della militarità il vero elemento fondante dell’allora Corpo dei Carabinieri. Nel corso di questi due secoli, con equilibrio, l’Arma ha preservato gelosamente queste caratteristiche combinando la disciplina militare con il culto del diritto e con l’orgoglio delle proprie tradizioni che affondano le radici nella storia d’Italia come la quercia d’argento che ne orna lo stemma.

L’Arma che sta per entrare nel terzo secolo della sua storia è un organismo vitale che funziona in quanto tutti i suoi componenti sono convinti dell’utilità sociale del proprio operato. La continua evoluzione dei parametri demografici ed urbanistici e l’accentuata, legittima aspirazione dei cittadini ad una migliore qualità della vita, impongono l’adozione di misure efficaci per prevenire ogni forma di criminalità e per accrescere la percezione della sicurezza. In tal senso è sempre più attuale la necessità di presidiare il territorio capillarmente con i Comandi di Stazione, essenziale punto di riferimento per la collettività. Il modello presidiario dell’Arma è, infatti, espressione di una rete che ha i suoi terminali nelle Stazioni Carabinieri, interpreti principali dello strumento operativo sul territorio, che realizzano un rapporto di conoscenza diretta e reciproca con il cittadino da cui deriva l’esercizio di una vera e propria "funzione sociale" che integra la primaria attività di polizia, conferendole quei tratti di vicinanza e di assistenza che completano l’offerta di sicurezza. Per questo le Stazioni sono avvertite come un "patrimonio" per ciascuna comunità, emblema pulsante della vicinanza dello Stato al cittadino. Fin dai primi anni di vita del Corpo, il Comandante di Stazione cominciò ad affermarsi come figura di riferimento per la collettività, accanto al sindaco, al parroco ed al farmacista. I fili del passato si annodano ancor oggi poiché da 198 anni l’essenza della missione del Carabiniere è quella di essere al servizio degli altri, proprio al pari del sindaco, del parroco e del farmacista.

E non è un caso se, dal giugno dello scorso anno ad oggi, nelle caserme dell’Arma dispiegate nel territorio di questa provincia, che conta circa 340.000 abitanti, hanno avuto accesso oltre 50.000 persone. Ognuna di loro per un’esigenza, un problema, una difficoltà, per ottenere un semplice consiglio, una rassicurazione od una banale informazione allorquando è sembrato sovente di rappresentare l’ultima risorsa per il cittadino disorientato.

Il ten. colonnello Riscaldati, sullo sfondo in bianco l'ass, ballabiese Manuela Deon e il sindaco Pina Scarpa La domanda di protezione, infatti, non è oggi unicamente correlata alla commissione dei reati, ma assume sempre più i caratteri di una richiesta di attenzione verso tutto ciò che incide sulla qualità della vita: le difficoltà create da una burocrazia spesso incompresa, la diseguaglianza sociale, l’integrazione etnica e culturale, la presenza di sacche di degrado e di emarginazione, il disordine urbano e quindi l’elevato tasso di conflittualità sociale. Ed a questi fattori da qualche tempo se ne aggiungono ulteriori, forse più decisivi per il quieto vivere e per la stabilità della sicurezza pubblica poiché, sull’onda delle difficoltà economiche, fervono le tensioni sociali alimentate dalla precarietà del lavoro e dalla maggiore sensibilità verso ogni ritenuta forma di ingiustizia.

In tale contesto, un ruolo di rilievo è assunto dai Sindaci, che saluto calorosamente e che ringrazio per la massiccia presenza, con cui condividiamo ogni giorno le problematiche territoriali. Essi sono i nostri più diretti e prossimi interlocutori nella lotta alla sopraffazione ed al sopruso, nelle occasioni di ostilità tra cittadini che minacciano la serenità e l’armonia della collettività, ma anche nella sfida contro la criminalità. L’istituzione di organismi di consultazione interistituzionale determina un incremento nell’aspirazione collaborativa da parte degli Enti Locali, soprattutto in tema di videosorveglianza, strumento a cui ormai non si può rinunciare. Ciò trova piena corrispondenza nell’Arma che, in virtù della sua capillarità e della particolare aderenza all’apparato amministrativo, si pone come primo referente per tali organismi.

E’ proprio in questa sinergia con ogni soggetto del territorio, dai Sindaci e dagli amministratori, al cittadino che lo abita o lo attraversa, dagli operatori scolastici e sanitari a coloro che si spendono nel volontariato e nell’associazionismo, fino al mondo dell’imprenditoria e del lavoro, che deve ricercarsi un innovativo e moderno concetto di sicurezza integrata e sussidiaria, che prende le mosse dalla partecipazione di tutti, chiamati ad essere protagonisti fornendo un contributo di pensiero fattivo, rifuggendo da facili e dannose strumentalizzazioni.
Per la globalità e l’importanza degli attori chiamati a parteciparvi, non esito a sottolineare che il tema della sicurezza è una faccenda seria che non può essere tirato per la giacchetta per opportunismo, per puro individualismo o per interessi corporativi. Nel periodo che stiamo affrontando, con le difficoltà economiche che incidono su una quotidianità stordita da gesti disperati e tragici, non ci si può permettere di agire remando contro unicamente per fini personali o per ottenere un’effimera visibilità, senza contribuire alla costruzione di progetti attuabili, in comunione d’intenti, secondo un doveroso confronto dialettico tra parti che possono avere, sì, idee e visioni diverse, ma sempre nella consapevolezza della necessità di rimuovere assieme i fattori di conflitto, di malessere e di squilibrio ove più facilmente attecchiscono i fenomeni di devianza e di criminalità, pronti ad infiltrarsi nelle crepe di una collettività disunita che tende ad avere una visione della vita non più lineare, con un passato alle spalle da cui trarre indicazioni ed un futuro davanti cui mirare, bensì puntiforme, che si esaurisce in un istante in un sistema del voglio tutto, subito ed incondizionatamente.

Ma una società è tanto più matura quanto più lo sono gli enti, le organizzazioni e coloro che, a diverso titolo, sono impegnati a rappresentarne la realtà divulgandola in modo imparziale, obiettivo ed equo, rifuggendo da logiche che ne potrebbero condizionare l’attendibilità, esaminando, quindi, le dinamiche territoriali nella loro globalità.

Ad esempio, se il 2011 è stato un anno particolare per l’incremento del numero dei reati rispetto ad anni addietro, che beneficiavano comunque di dinamiche più favorevoli, non può non tenersi conto, in un’analisi profonda ed obiettiva che ignori graduatorie e classifiche di chissà quale campionato, delle criticità economiche ed occupazionali esplose. Per effetto di ciò, l’aumento dei reati dell’anno trascorso, specie dei furti, è stato il sintomo di questo disagio, laddove il bottino più prezioso spesso sono stati i generi alimentari, gli oboli nelle chiese, le scarpe nei mercati settimanali, gli indumenti nei centri commerciali. 

Nonostante il perdurare di queste difficoltà di vita, il I quadrimestre di quest’anno, rispetto a quello dell’anno passato, ha segnato un calo della delittuosità provinciale dell’11,9 %, con un decremento del 36,7% delle rapine, del 10,3% dei furti negli esercizi pubblici, di oltre il 10% dei furti di automotoveicoli; ha registrato poi una lieve flessione del totale dei furti commessi ed una sostanziale eguaglianza dei furti in abitazione. E poiché, si è visto, che crisi economica e criminalità sono ambiti che si confondono, al maggiore sforzo che, assieme alle altre Forze di Polizia, i Comandi dell’Arma profondono nel controllo del territorio, è auspicabile che segua una visione del ceto imprenditoriale che guardi al futuro con fiducia. La provincia di Lecco non è come talvolta viene dipinta. Appare che campeggi la violenza, il sopruso, il mancato senso civico, l’illegalità; nei centri storici, nei piccoli paesi, nelle campagne, nelle scuole, lungo le vie cittadine e nelle strade. E’ un affresco che non rispecchia appieno la realtà di un territorio che ha vitalità e potenzialità eccezionali, un tessuto sociale sano ed un’economia che, nonostante la forte crisi, annovera pur sempre un tasso di disoccupazione che è la metà di quello nazionale, aspetto, quest’ultimo, da cui rilanciarsi con determinazione ed ottimismo.

Desidero oggi rivolgere un sentito saluto al Prefetto di Lecco – Dott.ssa Antonia BELLOMO – certo che sotto la sua autorevole ed accorta azione di indirizzo, l’attività svolta dalle FF.PP., da tutte le Istituzioni e dalle parti sociali di questa provincia consentirà di fornire risposte efficaci ed aderenti alle complesse e sempre più esigenti istanze della collettività agitate dalle criticità del momento.

Ringrazio poi il Questore di Lecco ed il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza per il sempre più proficuo rapporto di collaborazione, facilitato e vivificato dal clima di amicizia ormai consolidatosi in cui condividiamo scopi ed intenti comuni.

Desidero altresì esprimere la mia riconoscenza all’Autorità Giudiziaria, in particolare al Procuratore della Repubblica, Dott. Tommaso BUONANNO, che con equilibrio, ponderatezza e tempismo orienta e sorregge l’azione della Polizia Giudiziaria.

Un saluto affettuoso rivolgo agli amici dell’Associazione Nazionale Carabinieri che ci sono vicini in ogni occasione e costituiscono un corpo unico con la schiera di carabinieri che operano giornalmente. Sono i nostri silenziosi ambasciatori di saggezza, portatori sani nella collettività dei perpetui valori dell’Arma.

Carabinieri del Comando Provinciale di Lecco ! A voi il mio autentico ringraziamento per l’impegno e la dedizione che dimostrate pur nelle tante difficoltà che ostacolano il vostro operato, per le preoccupazioni che turbano le vostre famiglie, per i pericoli che incombono su di voi nel diuturno operare per la sicurezza del territorio, dal più semplice, ed in apparenza banale intervento, in grado di nascondere insidie tremende e proditorie, alle notti che spesso, anche in inferiorità numerica, vi vedono protagonisti di temerari e rischiosi inseguimenti sulle strade della provincia contro un nemico sfuggente, perfido e spregiudicato. Siate certi e consapevoli che i cittadini guardano a voi con ammirazione e fiducia incondizionate, sentimenti che, se da un lato ci incoraggiano e ci sostengono, dall’altro responsabilizzano ancor più la nostra azione.

L’Arma dei Carabinieri non ci è stata lasciata in eredità dai nostri padri fondatori e dai nostri predecessori ma è in prestito da chi ci succederà.  Siamo coscienti della nostra identità ed avvertiamo fortemente l’obbligo morale di preservarla e conservarla traendo linfa e sprone dal patrimonio di valori derivanti dalle nostre secolari tradizioni che si fondano innanzitutto sulla nostra militarità, sulla sintonia con la gente e con il territorio. Gli uomini e le donne dell’Arma, con la loro abnegazione, sono e saranno, ad un tempo, certezza del presente e garanzia per il futuro dell’assolvimento di tutti i compiti che la Nazione ci affida e che continuerà ad affidarci.

Viva l’Arma dei Carabinieri
Viva l’Italia

Sotto a sinistra. in primo piano il maresc. Luigi Taricco (Casargo) dietro il maresc. Antonio De Vincenzo (Introbio), a destra i rappresentanti dell’Associazione Carabinieri Valsassina.

Sotto a sinistra i sindaci Massimiliano Malugani (Margno) e Silvano Bertoldini (Premana), a destra l’assessore bellabiese Manuela Deon con in vertici della Confartigianato lecchese

 

 

 

 

 

 

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