Il primo passo avverrà ad autunno dopo che la società incaricata di uno studio sulla possibile fusione dei tre comuni farà avere il suo rapporto. Dunque, prima della fine dell’anno partirà l’iter burocratico che prevede come primo passo una delibera di consiglio (una per ogni Comune) con l’atto di volontà per la fusione e la presentazione di tre nomi per il nuovo comune che dovrà nascere.

 

La pratica continuerà poi in Regione Lombardia e si prevede che tra gennaio e marzo del 2014 i tre Comuni verranno commissariati per andare successivamente ad eleggere la nuova giunta e il consiglio unificato. Intanto, si lavorerà per creare uno statuto che tenga conto delle necessità di ogni singola realtà e che salvaguardi soprattutto l’identità culturale di ogni singolo paese. 

 

Inoltre, dovrà essere fatto un referendum tra la popolazione, che sarà consultivo (dunque non abrogativo, si tratterà di una specie di sondaggio per capire cosa pensa la gente dei diversi paesi sulla fusione) e dovrebbe essercene anche uno per la scelta del nome.

 

Cosa cambierà nel quotidiano per la popolazione dei tre Comuni? Secondo i promotori (Denti, Fondra e Selva), i servizi verranno addirittura migliorati, si risparmierà con l’accorpamento di alcuni di questi e soltanto la funzione anagrafe rimarrà a carico di ogni singola località.

 

Come ha spiegato il sindaco di Gravedona presente in sala come testimone di una fusione tra Comuni (che ha fatto nascere la nuova realtà di Gravedona e Uniti), nella loro esperienza dopo l’accorpamento tra realtà diverse è nato una nuova giunta, ovviamente con un nuovo sindaco. Ma per gestire meglio le singole realtà, i paesi di Gravedona, Germasino e Consiglio di Rumo hanno deciso di creare la figura del prosindaco, che in maniera volontaria (dunque, senza costi per la popolazione) dà una mano nella gestione delle situazioni appartenenti alle realtà locali.  Cosi dovrebbe funzionare anche nel nuovo Comune che nascerà dalla fusione di Cortenova, Taceno e Parlasco.

 

Alla domanda su cosa ne sarà dell’attuale Unione dei Comuni del Centro Valsassina, le risposte sono state unanimi: l’Unione continuerà ad esistere, anzi, con la presenza di Taceno il suo bacino di utenza diventerà ancora più ampio e i servizi, secondo Denti, verranno gestiti in modo migliore.

 

Qualche perplessità però è nata tra il pubblico presente, perché la fusione, secondo alcune persone in platea, potrebbe puntare non a migliorare i servizi o risparmiare soldi pubblici bensì a dividere il territorio in zone ben definite per favorire in qualche maniera il polo industriale cortenovese, teoria subito smentita dal sindaco Selva di Cortenova.

 

Sull’avvicinamento di altri Comuni alla fusione in corso, i tre sindaci hanno detto che nessuna porta è chiusa, anzi Alberto Denti, sindaco di Parlasco ha confermato che l’obiettivo è quello di allargare gli orizzonti e pensare più come Valsassina che come singolo paese.

 

Mauro Artusi, sindaco di Primaluna, era presente in sala tra il pubblico e non ha voluto sbilanciarsi sul futuro del paese del Centro Valle, "sono qui per ascoltare quali sono le proposte e per capire di cosa si parla" ha detto il primo cittadino primalunese. 

 

Da come è stata spiegata, la fusione porterebbe dei benefici dal punto di vista amministrativo e nulla dovrebbe peggiorare per i cittadini dei tre paesi. Servizi come polizia locale e scuole, con la fusione tra i Comuni dovrebbero fare anzi un bel salto di qualità. 
 

 

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