ISAAC RICORDA KATRINA 7 ANNI DOPOLA MEMORIA IN UN BRANO DI DVDS



Una delle tracce più belle e purtroppo tra le meno ricordate dell’album Pica! del 2008 si intitola proprio New Orleans e parla di questa bellissima città culla del Jazz ricca di storia e di cultura, messa in ginocchio dall’uragano del 2005. Al 19 maggio 2006, il totale delle vittime di Katrina era di 1836, principalmente in Louisiana e Mississippi. Secondo le dichiarazioni del governo federale degli Stati Uniti, il disastro ha coinvolto 233 000 km² della superficie del suolo statunitense, un’area grande quasi come il Regno Unito.

Si è stimato che l’uragano ha lasciato tre milioni di persone senza energia elettrica. Il 3 settembre 2005, il segretario della sicurezza interna statunitense, Michael Chertoff, ha descritto le conseguenze dell’uragano Katrina come "probabilmente la peggiore catastrofe, o insieme di catastrofi" nella storia del paese, riferendosi all’uragano stesso oltre che all’inondazione di New Orleans.

Per una inquietante coincidenza in questi giorni cade il settimo anniversario di quel disastro, New orleans è deserta e, come mostrano i telegiornali, la paura è tornata tra le persone che rivivono l’incubo Katrina. Davide Van de Sfroos nel suo brano parla proprio di questa paura, parole nate sul lago che raccontano sentimenti geograficamente lontani ma vicini e vivi.

La storia di due innamorati fa da contorno al dramma: "E adèss che canzòn te canti che la chitàra l’ha purtada via el fioemm, E adèss che canzòn te soni, che la mia trumba l’ha bufàda via el veent…" alla fine di tutto la paura tornerà sul fondo del fiume, tornerà il carnevale e New Orleans risorgerà dalle acque.

Parole profetiche che suonano più forti oggi guardando le immagini dell’uragano Isaac camminare sulle orme di Katrina.

 

NEW ORLEANS

Seet vegnuda granda giò in paluud,
insèma ai cucudrill e al tò fredèll,
mi hai detto che tuo padre ha tre fucili,
ma urmai g’ho un coer de trenta chili
e podi anca fàss sparà….

E me ho crumpaa un capèll de paja
e una cravatta che g’ha soe i farfall
E poi ti ho portato una collana
cun tucc i perli in fila indiana
la pussee bèla de New Orleans

e propi adèss che te me feet vedè un suriis,
la radio parla de questo cielo sempre pussee griis,
e propi adèss che te strènget la mia man,
gh’emm dumà el teemp de tirà soe trii strasc e nànn…

E adèss che canzòn te canti
che la chitàra l’ha purtada via el fioemm
E adèss che canzòn te soni,
che la mia trumba l’ha bufàda via el veent…

Le nostre lacrime sul Mississipi sono difficili da far vedere
Le nostre urla dentro l’uragano
e queste assenze da lasciar tacere

E come mai piovono aghi da lassu’ ?
e siamo bambole voodoo trafitte in ogni punto ormai…
E te…desmètt de piaang o mon amour
Te tegneroo la man toujour…
e ti riporto a New Orleans

E turnerà amò el carnevaal
e la paguura la resterà soel fuund del fioemm
E poi la canzone che ho cantato
adesso è un fiore soffocato
Ma la magnolia la riavrà…
E me g’ho un tatuagg cun’t el tò nomm,
l’ho fatto giù alla festa dei cajun
E tu la mia canzone l’hai imparata e non l’hai dimenticata
Ne’anca adèss che suta i tronn…

e propi adèss che te me feet vedè un suriis, ….

Isaac si abbatte sulla Louisiana 
venti a 130 kmh, ribaltate barriere

Ha toccato la costa in anticipo rispetto alle attese l’uragano, qualche ora in anticipo sull’anniversario della tragedia di Katrina. Raffiche e pioggia, ha investito la zona del delta del fiume Mississippi, a sud di New Orleans per poi spostarsi sulla città. Evacuate le città costiere, coprifuoco nella periferia di New Orleans. Duecentomila persone senza luce

 

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