L’episodio di cronaca accaduto nella serata di ieri ha scatenato reazioni e discussioni, specie sul posto – quando cioè al bivio di Taceno più di qualcuno dei presenti si è meravigliato nel vedere arrivare un’ambulanza (da Bellano) e non l’elisoccorso per un ferito in condizioni critiche, ovvero nel famoso "codice rosso". Cerchiamo di fare chiarezza sul caso specifico ma soprattutto in generale, dato che il tema è di particolare rilevanza specie in aree "difficili" come le nostre.

Partiamo da dove inizia la "trafila" di un intervento come quello di ieri, cioè dalla chiamata al 118. Come si sa, da qualche tempo il centralino per Lecco non è più al "Manzoni" ma è stato spostato a Como. In linea teorica non cambia molto, nella pratica – secondo i bene informati – qualche modifica c’è e riguarda il personale al telefono: prima a Lecco c’erano tre operatori in servizio, adesso a Como  cinque in tutto quattro durante la notte) devono coprire le chiamate per due aree provinciali. In ogni caso, resta rilevantissimo il momento iniziale, quando qualcuno avvisa il 118 e descrive sulla base di domande specifiche quale sia la situazione. Grazie a questa "scheda" l’operatore assegna il codice (verde, giallo o rosso) all’intervento e da lì parte la macchina dei soccorsi veri e propri.

Elisoccorso oppure	ambulanza?

Cos’è successo ieri? Chiaramente in fase di avvio l’infortunio gravissimo del ciclista pasturese travolto a Taceno è stato giudicato un "giallo". Ce n’è traccia sul sito che l’AREU (Azienda Regionale Emergenza e Urgenza) fornisce agli organi di informazione. Successivamente, quel codice si è tramutato in "rosso", forse solo una volta che l’ambulanza è giunta sul punto dell’incidente. Qui comunque è evidente l’incomprensione sulle condizioni della persona ferita – non è facile per i non addetti ai lavori essere precisi, e questo genere di telefonate è quasi sempre all’insegna della concitazione.

Passiamo ai tempi di intervento, in termini di trasporto. Nel caso specifico, da Bellano alla zona dell’investimento in condizioni normali dal momento della chiamata l’ambulanza può impiegare intorno ai 12-13′ grazie alla partenza pressoché immediata. Tempo nettamente inferiore rispetto a quello necessario all’arrivo dell’elicottero – che tra autorizzazione, piano di volo e riscaldamento dei motori comporta una ventina di minuti (qualcosa di più se in partenza da Bergamo anziché da Como o Sondrio).

E fin qui "vince" l’autoveicolo. Sempre nel caso di specie però si infila tra le ruote un inghippo, costutito dai lavori in corso sulla Provinciale tra Taceno e Portone. Ieri sera, l’ambulanza ha dovuto "deviare" verso Parlasco per raggiungere il teatro dell’incidente; secondo gli ambienti del soccorso, ciò ha comportato un ritardo valutato tra i 4 e i 5 minuti.

Sul posto, intubato e "preparato" il ferito per la corsa all’ospedale, l’automezzo è ripartito verso Lecco impiegandoci quanto è lo standard a sirene spiegate: 20-22′ circa. In questo caso, avrebbe stravinto l’eliambulanza, i cui tempi sono intorno ai 4 minuti (6-8 al massimo se l’ospedale da raggiungere è diverso dal "Manzoni").

Ricapitolando: in condizioni "normali" (cioè senza la deviazione causa lavori) un intervento via terra del genere di quello avvenuto ieri potrebbe comportare tra i 35 e i 40 minuti oltre al tempo dell’assistenza sul posto – necessaria comunque. Con l’elicottero, al massimo intorno ai 30. Quindi, se le informazioni in nostro possesso sono esatte, ieri qualche minuto è andato perso, molto probabilmente per l’incomprensione nelle comunicazione delle condizioni iniziali del ferito.

L’EPISODIO DI CRONACA DI IERI SERA

 

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