AMENITA’ DALLA VALSASSINA E DINTORNI 12Numero speciale: acqua a Introbio



Sarà una domenica "bestiale" per l’amministrazione del paese di centro Valle, grazie al misterioso Ciceruacchio. Ieri, come ogni due sabati, ci è arrivata la sua rubrica. Una volta aperta la lettera ci siamo chiesti se pubblicarla o meno; lo facciamo, malgrado la nettezza delle bordate e qualche eccesso. In parte ci trova d’accordo, in alcuni passaggi i toni sono forse troppo accesi. E non serve affatto l’acqua (argomento centrale dell’esternazione di oggi) a spegnere il fuoco sacro degli attacchi del "Cice" a Rupani & C.

Ecco allora l’atteso quindicinale. Già dal titolo, tutto un programma………..


Il fumo dell’arrosto

Una virtuale festa con brindisi ha visto come protagonisti, in questi giorni, una buona parte degli adepti della lista di “Aria Nuova” che governa (o sgoverna) Introbio.
Non per il compleanno o il matrimonio di qualcuno ma per la sospirata notizia, questa non virtuale, giunta dalla regione e dalla provincia, che la derivazione idroelettrica alla bocchetta di Biandino, progettata da un’accoppiata di lussemburghesi-valsassinesi, si farà.   

Con ferma tenacia, i nostri governanti sono ancora una volta riusciti a gratificare una pletora di voraci appetiti che in queste vicende si incrociano, fregandosene di tutto e di tutti. Come nel caso della derivazione di Cortenova e, prima o poi, di quelle di Premana che sono tante. 
Cambiano i paesi interessati ma nello spartito gli attori sono sempre i soliti.

Nel caso di Introbio, per mascherare la marachella e apparire immacolati, i nostri di “Aria Nuova” racconteranno al popolo qualcosa per dare la colpa ad altri o peggio ancora, come qualcuno sta già provando, diranno che non si poteva fare niente.

Forse ho giudicato in modo eccessivo la sonnolenza del borgomastro Fernando Rupani che, almeno in questo affaire, non dormiva affatto.
Interpellato (e sollecitato) dalla regione per un parere geologico che desse il via all’iter burocratico alla richiesta di derivazione, convoca una riunione di giunta nell’intento, solo di facciata, di far vedere che lui avrebbe delle perplessità ad approvare la derivazione. A questa riunione non è però presente un suo membro, che si incazza come una biscia e accusa il borgomastro di scarsa collegialità.

Per salvare capra e cavoli (ovvero la maggioranza) scatta allora il salvifico ‘”alt fermi tutti” e la riunione di giunta, come per incanto, non è mai esistita.

Quatto quatto Rupani manda poi alla regione una risposta, sostanzialmente assecondante, che non è farina del suo sacco ma ispirata da altri, e che tiene nascosta perchè nessuno la deve leggere. A questo punto la regione ha il via libera per accogliere la richiesta dei lussemburghesi-valsassinesi e, per competenza, di autorizzare la provincia a procedere.
I giochi sono fatti. Chi ha dato ha dato (Introbio), chi ha avuto ha avuto (privati-regione-provincia).

Ora sul tavolo del borgomastro è giunto il malloppo della provincia e ha tempo 60 giorni, come vedremo, per fare ricorso.

L’arrosto e l’epilogo
Il progetto dei lussemburghesi-valsassinesi prevede, a partire dalla bocchetta di Biandino (dove c’è la monumentale cascata), di succhiare qualcosa come 450 litri di acqua al secondo, portarla più a valle con una tubazione lunga 2,5 Km, per poi rilasciare solo 29 litri al secondo, se va bene 50. Il resto dell’acqua che fine fa? Cosa dicono gli “Omissis”  nel testo della concessione da parte della Provincia?

La produzione media annua di energia è di 4,5 milioni di KW, per un lauto guadagno di circa 1 milione di euro e con costi di gestione esigui perchè non è necessario assumere del personale.

Per tutta la durata della derivazione (trent’anni) il comune di Introbio non beccherà una mazza di indennizzo ma si accollerà i sicuri danni ambientali che vedremo coi nostri occhi, salendo in Biandino, a partire dalla località di rilascio dell’acqua.
Tra questi, il probabile prosciugamento delle otto bocche comunali di derivazione dell’acqua che scende all’acquedotto, ad uso domestico degli introbiesi.

Fatta la frittata, il problema è ora di vedere se qualcuno, in consiglio comunale (ci metto tutti nel mazzo), avrà l’ardire di imporre un ricorso alla regione (tempo massimo 60 giorni) per farle notare che, sul finire dello scorso anno, lei stessa ha approvato una legge che tutela come “Geositi”, la “Bocca di Biandino” e “le cascate del Troggia” e, solo pochi mesi fa, un’altra legge che sancisce la moratoria di un anno prima di insediare nuove centrali di derivazione.

Queste le palesi contraddizioni su cui può fare leva un doveroso ricorso.

A dire il vero, non ci conto molto perchè, purtroppo, i lussermburghesi-valsassinesi sono ben immanicati a tutti i livelli, tanto è vero che, come abbiamo visto, chi di dovere si è già convinto a fare alla svelta prima che l’utilizzo delle due citate leggi della regione possano creare degli sgraditi ostacoli. 

I borgomastri di Introbio della prima Repubblica, più attenti di quelli che sono venuti dopo, non si sarebbero prestati a questo sbragamento di autorevolezza e, soprattutto, avrebbero suggerito, in alternativa, altre soluzioni meno dannose per la collettività.  


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AMENITÀ DALLA VALSASSINA E DINTORNI<br>ESTERNAZIONI NOTTURNE DI CICERUACCHIOAngelo Brunetti detto Ciceruacchio (Roma, settembre 1800 – Porto Tolle, 10 agosto 1849) fu un oste e un patriota italiano, che combatté per la seconda Repubblica romana, alla cui caduta fuggì con Giuseppe Garibaldi per raggiungere Venezia. Il soprannome ciceruacchio, datogli da bambino, è la corruzione dell’originale romanesco ciruacchiotto (grassottello).

[da Wikipedia.it]

 

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