UNA DOMENICA NEL PASSATO



Erano anni che volevo visitare la rievocazione Premana Rivive l’Antico, ma forse un po’ per noia o malavoglia ho sempre rinunciato. Quest’anno però mi sono decisa: domenica mattina si parte, con qualsiasi meteo, per vedere com’è veramente questa sagra che si sente da mesi nominare e sembra che tutti abbiano visto tranne me…

Il tempo non è dei migliori ma fa niente si parte, di buon’ora sono già sul posto: giro lungo con anche tutti i mestieri agricoli e la vita all’aria aperta, appena varcato l’arco di ‘’inizio percorso’’ sono accolta da bravissimi cantori che vestiti di tutto punto – attrezzati anche con fiaschette di vino – intonano canzoni dell’epoca accompagnati da fisarmoniche e corni ricavati dalla lavorazione delle corna di mucca e capra.

Arrivati al primo raggruppamento di casupole e baite dove ci sono pescatori, falegnami,  taglia alberi, minatori, carbonai e donne che lavoravano il latte; qui è possibile vedere come si svolgevano tutti questi mestieri senza l’aiuto di corrente elettrica, macchine e tutte quelle comodità che la modernità ci offre ma solo con la deviazione del fiume che porta l’acqua alla ‘’Seriole’’ – appena recuperata.
In questo punto è scattato qualcosa che mi ha fatto capire la bellezza della rievocazione: mi sentivo come in un presepe vivente dove tutti avevano un proprio mestiere e nulla era lasciato al caso come i figuranti tutti vestiti con i loro begli abiti tradizionali e quasi sempre ancora realizzati a mano e gli animali, mucche pecore e caprette. 

Inizia da qui la salita, un sentiero ben tenuto ed attrezzato, che condurrà al paese; durante l’ascesa si incontrano altri mestieri, pulizia prati, apicoltori, animali al pascolo, taglio fieno, battitura biada; ma con mia grande sorpresa la salita viene intervallata da una festa tradizionale di fine estate dove c’è un coro di donne, gli uomini che con grossi paioli cominciano a preparare la polenta e le caldarroste, e da un ristoro tipico con tanti tipi di formaggi di alpe, le donne che preparano il sapone e altre donne che cucinano frittelle, torta di latte con tante altre delizie che vengono offerte – come in quasi tutte le case lungo il percorso  – ai visitatori, con un bicchierino di caffè preparato come una volta con un padellino scaldato tenuto in caldo nel camino. 

Dopo circa un’ora e mezza arrivo al paese e vengo accolta dalla produzione delle forbici – ovviamente –  e campanacci.  Il giro per le viette che si arrampicano per tutto il paese è ben segnalato e sorvegliato da vari volontari, si procede con la visita dei mestieri che soprattutto le donne svolgevano in casa durante l’inverno come la filatura della lana, la lavorazione al telaio, lavorazione del ‘’Mòrèl‘’ e del ‘’Còtòn‘’, il sarto e la produzione di scarpe tipiche.  Queste realtà erano intervallate da mestieri come il macellaio, il fornaio (che  in un vecchio forno a legna produceva e faceva assaggiare un buon pane al segale e una focaccia), intagliatori di legno e la distilleria.

Inoltre durante il percorso si incrociano dei piccoli capolavori come la scuola – dove due maestre dettano una poesia di Pascoli ad alunni indisciplinati che si sforzano di scrivere con penna e calamaio, il lavatoio – dove cinque allegre donne lavano in acqua gelida della lana a forma di animaletti che regalano ai bambini – la posta con esposti vecchi ed autentici documenti dell’epoca a disposizione di tutti, l’Osteria de la Fròse – un salto indietro a piedi uniti in un’altra epoca coi giocatori di carte, la tavola apparecchiata con le ciotole di legno e i vecchietti che intonano canzoni dialettali e le case delle famiglie dell’epoca.

Durante tutto il percorso ho incontrato persone gentili e sempre disponibili con sorrisi per tutti, che spiegavano anche il mestiere che stavano facendo e come si svolgeva la vita nel tempo antico. Tanti visitatori e curiosi, come me, hanno affollato tutto il percorso; infatti per entrare nelle piccole botteghe e case dell’epoca bisognava fare un po’ di coda.

Soddisfatta della mia mattinata, ho capito perché tutti parlano bene di quest’evento, con un’organizzazione impeccabile ed un senso di attaccamento  al paese di tutti i figuranti, che per mesi  hanno collaborato per realizzare queste splendide giornate. 
 

Foto di Pina Aramognana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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