NUOVA RUBRICA DI VN: IL RACCONTOPRIMA PUNTATA/”ARRIVA IL RE”



Nasce così il nuovo appuntamento culturale promosso dal nostro giornale e aperto a tutti i lettori. L’idea ci è stata suggerita proprio dall’autore del primo dei racconti che proponiamo alla vostra attenzione, Angelo Zampieri. Ogni 15 giorni apriremo le nostre pagine a scrittori veri, finti, improvvisati e futuribili.

Inviate i vostri lavori a info@valsassinanews.com: selezioneremo i più interessanti e li pubblicheremo, un sabato sì e uno no.

"Sta arrivando un altro inverno, il tempo di stare davanti al “ focolare” (laptop o tablet) e leggere un racconto,magari scritto da uno di noi o che parli di noi…."

 

ARRIVA IL RE
di Angelo Zampieri

Bellano sabato 24 giugno 1927

Prese di buon passo la scalinata per l’Orrido, Maria non
aveva molto tempo e qualcosa doveva pur fare, cosa ?
Chiedere aiuto, consiglio…la Cecchina era stata chiara,
bisognava dissuaderlo, trovare qualcuno capace di
convincerlo a lasciare perdere.
“Già, lasciar perdere…non lo conosceva affatto il re !”
L’aria del mattino era fresca, passando davanti al
cimitero fece il segno della croce e recitò un requiem,
meccanicamente, aveva la testa piena di pensieri.
Svoltò a sinistra prima di Ombriaco e in breve giunse a
Lezzeno. Avrebbe chiesto, come tante altre volte aiuto
alla Vergine, le avrebbe parlato come si parla da donna
a donna, non nell’immenso santuario, austero e buio,
ma alla chiesuola sulla via di Gora, dove era avvenuto
il miracolo.
“Ascoltami” disse inginocchiandosi “non ti chiedo di
far cambiare idea al re, Fioravante, mio marito, lui è
un crapone, ma a quell’altro, quello vero, magari un
impegno imprevisto o un lieve malore, riparte subito e
domani non viene sul lago…o un bel temporale! Eh ?!
Fai tu Madonna, fallo per i miei bambini !”

§

“Chiacchiere. Chiacchiere da osteria ! Noi interveniamo
solamente sui fatti, altrimenti dovremmo arrestare
tutto il paese. Ho sentito tante di quelle scemenze
da quando sono qui…” Lanciò un’occhiata d’intesa
all’appuntato Borin e poi
con fare amichevole
avvicinandosi al Salvo, il maresciallo Licata
continuò : “Come quelle che racconta Ernesto il
barbiere a proposito di quella amante misteriosa che
va a trovarlo ogni mattina …ma quando mai ? Fesso
chi ci crede ! Nessuno ha mai visto una donna nella
sua bottega. A quest’ ora poi ! Chiacchiere, sono solo
capaci di far chiacchiere!” Salvo rimase perplesso, di
queste vanterie l’Ernesto a lui non ne aveva mai fatte,
ma comprese il messaggio, fece un’espressione furba :
se donna c’era, nome e cognome avrebbero fatto il
giro del lago. Salutò e se ne andò di corsa. “ Ma…”
protestò l’appuntato. “Ma ‘sta minchia ! Quel cornuto
me lo sono tolto dalle palle ! Sicuramente è andato
a spifferare tutto prima a quelli là, così quel povero
disgraziato chissà cosa rischia e poi è venuto da noi.
Informatori così non ci servono . Che se ne stia in casa
a lucidarsi le corna !” Poi si calmò : Vai controllare che
non si facciano troppo male.

§

Ripartì più serena, con la Madonna si era intesa bene,
e Lei, l’avrebbe certamente aiutata. Ora però voleva un
consiglio dalla madre che di esperienza ne aveva, visto
il marito che si ritrovava. Dopo una buona mezz’ora,
giunta sul tratto che da Vendrogno va alla parrocchiale
di San Lorenzo, prima di affrontare l’ultima aspra salita
che porta a Mosnico, Maria incontrò DonTarcisio che
come sua abitudine leggeva il breviario, camminando
lentamente, per via della pancia enorme.,
“Buondì signor Curato. Lodato sia il Signore.”
“Sempre sia lodato. Come mai qui mentre tutta Bellano
sta preparandosi alla visita del Re ? e i tuoi figlioli, tuo
marito, tutti bene ?
“ Sì grazie Reverendo tutti bene al presente…” rispose,
sospettando che la notizia fosse già arrivata fino lì.
Ne ebbe conferma quando, entrata nella vecchia casa,
sua madre scosse la testa e sospirò: “ Mancava anche
questa! Non ha abbastanza pensieri per mantenere
la famiglia ? Adesso cosa possiamo fare ? Lo sai che
con tuo padre e i tuoi fratelli non ci parla …” si avvicinò
e, in tono confidenziale: “Tu non dirgli niente, non farlo
arrabbiare, stasera gli prepari una buona cena e poi,
beh… ci hai fatto insieme due figli quindi è inutile che
ti spieghi certe cose…a letto fallo contento…si sa mai
che, dopo, una bella dormita lo faccia ragionare. “
Poi le preparò un fagottino con qualche uovo, un po’
d’insalatina tenera e un bel pezzo di formaggio .

§

Il Magnan ,padre di Maria era stato informato dal
Sereno, il quale come ogni giorno era sceso a Bellano
il mattino presto con i suoi muli e dopo aver scaricato
i prodotti dell’incannatoio di Inesio e caricato farina e
granaglie era ripartito per la Muggiasca, non prima,
ovviamente, di essere passato a “ bagnare il becco “ al
Circolo.
Li non si parlava d’altro.
Appena ricevuta la notizia il Magnan aveva tirato una
di quelle bestemmie da far tremare i muri,- quel genero
era proprio una gran testa di legno, inutile tentare di
parlargli, troppo orgoglioso…bisogna impedirgli di
prendere la barca e, soprattutto evitare che qualcuno la
danneggiasse.-
Dopo aver informato la moglie, col solito tono burbero
come se lei ne avesse colpa, chiamò i due figli più
grandi e ordinò loro di passare la notte a sorvegliare la
barca del loro cognato.

§

Aveva chiesto aiuto al Cielo e avrebbe seguito
il consiglio della madre, proprio
come diceva il
proverbio “ Aiutati che il ciel ti aiuta ! “ Ora con la mente
sgombra, tornando a Bellano, in tempo per preparare il
pranzo, ripensava a quanto riferitole la mattina stessa
dalla Cecchina, moglie dell’oste:
“Stavano discutendo dell’ordinanza del Podestà che
vieta per due giorni la pesca da riva e la navigazione
sul lago, per via dell’arrivo del Re, tutti mugugnavano,-
proprio ora che gli agoni saltano fuori dall’acqua!-
dicevano. Nessuno però ha protestato, sai bisogna
stare attenti al giorno d’oggi…e lui è saltato su a dire :
Quanto è vero che mi chiamano il re, io lo aspetto sul
lago ! “

§

“Ieri notte il nostro informatore mi ha riferito che al
Circolo una persona ha osato sfidare l’ordinanza
prefettizia dichiarando testualmente:”Io il re lo aspetto
sul lago !” annunciò il segretario politico con voce bassa
e l’aria preoccupata.
“Una scarica di legnate potrebbe bastare” suggerì il
Danilo “ No, meglio un mezzo litro di olio di ricino, così il
Re lo aspetta al cesso.” aggiunse Antonio, scoppiando
in una fragorosa risata
” Chi è l’infame ? “
Alla risposta le risate si spensero, ci fu un po’ di
imbarazzo e i tre si guardarono in faccia. Nessuno di
loro poteva dimenticare la brutta avventura di qualche
inverno addietro, quando si ribaltarono con la barca
oltre la punta di Morcate e nella acque gelide stavano
lasciandoci la pelle. Fioravante li vide da lontano, a
gran colpi di remi in un lampo li raggiunse e li tirò su
appena in tempo.
Riuscirono a girare la barca, dalla paura e dal freddo
tremavano e lui come un fratello maggiore li redarguì:
“ Ricordatevi bene che al Lago si da del Voi ! “ Ma da
galantuomo, non raccontò nulla a nessuno.
“Certo che il Duce non sarebbe venuto sul lago adesso,
lui sa che è il momento migliore per gli agoni, il Re
invece…”il segretario stava arrampicandosi sui vetri,
sapeva bene che una “ punizione” dovevano dargliela,
l’informatore chissà da chi altro era andato, bisognava
essere prudenti.
“Si fa così,” disse rivolgendosi al Danilo “ vai a Varenna
a cercare il Lucianone, gli spieghi dov’è la barca e gli
dici che questa notte deve danneggiarla, ma senza
esagerare. Digli che domani troverà un pasto pagato
alla trattoria dello Scalo.Noi non abbiamo altro da dire
su questo argomento.”

§

“Buondì signor Maresciallo” Licata si voltò “Vado a
trovare mia sorella a Chiavenna, tornerò solamente
domenica sera, non deve preoccuparsi per me. “
Enea, sapeva bene di essere sulla lista nera, non
faceva mistero di essere anarchico e in occasioni
come questa era meglio cambiare aria per non finire in
cella a scopo precauzionale.”Un grattacapo in meno”
pensò Licata, che proprio non capiva cosa ci fosse di
tanto pericoloso in quell’ometto che dopo una vita di
lavoro tirava a campare pescando. Non dava fastidio a
nessuno, non occupava neppure il posto nel porticciolo,
lasciava la sua barca sgangherata legata ad un salice
sulla foce del Pioverna. Erano parecchie le cose
che non riusciva più a comprendere, i tempi stavano
cambiando. Vietare la pesca due giorni per motivi di
sicurezza ? E questa povera gente cosa mangia ?
Cacciò le domande in un angolo nascosto della mente,
lo attendevano in Municipio.
§

“Bene, i preparativi sono stati ultimati, come avevamo
previsto, siamo quindi pronti per il grande evento”
sentenziò il Podestà ,
“Sua Maestà Re Vittorio Emanuele III, oggi a Como per
inaugurare l’ Esposizione Voltiana, domani, come tutti
sapete, navigherà sul lago a bordo del “Savoia” ultimo
gioiello della Lariana. Si fermerà a Bellano tra le11
e le11 e 30 circa. Secondo il rigido protocollo, sarà
concesso solamente ad un ristretto numero di notabili
salire a bordo per rendergli omaggio.” scandì per
bene le parole: “Della formazione di questo Comitato
d’Onore mi occuperò personalmente.“ poi , con un
ampio gesto teatrale:
“Il qui presente cavalier Mazzoleni presidente della
Pro loco, che ringrazio infinitamente per il lavoro fin qui
svolto, si
occuperà di sincronizzare tutto quanto, quindi è a
lui che vi rivolgerete d’ora in poi perché sua sarà la
responsabilità di mostrare il meglio di Bellano in trenta
minuti. Buon lavoro !

§

Diede una passata col ferro all’unica camicia bianca e
gli sistemò l’abito messo al matrimonio, non disse nulla,
finita l’ottima cena avrebbe messo i bambini a letto
presto poi avrebbe seguito fino in fondo il consiglio
della madre.

§

“Che sorpresa ! Prego si accomodi signor maresciallo,
perdoni il disordine ma i preparativi per il grande evento
hanno stravolto le mie abitudini, la prego “
“Sono io, cavalier Mazzoleni a doverle chiedere
perdono per l’ora inopportuna …“
“Si figuri ! Mi dica in cosa posso esserle utile ma prima
mi permetta di offrirle dell’ottimo Passito di Pantelleria
che lei saprà certamente apprezzare meglio di me, non
dica come al solito che in servizio non può bere !”
“No, diciamo che non sono in servizio e accetto
volentieri il passito…che ne dice della storia di quel tal
Fioravante ?
Ho sentito qualcosa, ma non gli ho dato peso, credo
si tratti delle solite spacconate che i pescatori si
raccontano la sera al Circolo e poi dimenticano il
giorno seguente. Non mi preoccuperei affatto,è una
brava persona e sa che se attuasse il suo proposito
sarebbero guai seri per lui .
“E’ proprio per questo che sono qui…“
Dopo un’ora e tre bicchierini di Passito davvero
notevole, il maresciallo si accomiatò, con la sensazione
di aver fatto la cosa giusta.

§

Lucianone arrivò in bicicletta, verso le due di notte,
aveva un secchio con della benzina e uno straccio,
nonostante l’invito a non esagerare, era determinato a
dare fuoco alla barca.
Quando la vide, accese un fiammifero e vi lanciò lo
straccio in fiamme : Wuaff!!
Ma un istante dopo,
mentre risaliva sulla bicicletta: Wuafff !! La fiamma gli
tornò addosso e subito dietro arrivarono una infinità
di calci e pugni in faccia e sul corpo che lo lasciarono
tramortito qualche minuto. Quando si riprese, afferrò la
bicicletta e partì stupefatto e malconcio verso Varenna
senza neppure voltarsi.

§

“ Aveva visto giusto il vecchio !”
“ E noi gliene abbiamo date a quella bestia !”
“ Adesso rimettiamoci giù che la notte è lunga “
“ Si, ma per le prossime due ore stai sveglio tu.”

§

Domenica 25 giugno

“Eccolo arriva !” gridarono i bambini, allineati già da
tempo sul lungolago appena videro il ” Milano” spuntare
dalla penisola di Dervio, dietro veniva il “Savoia “ e
quindi d’appoggio il “28 Ottobre “. La banda iniziò a
suonare, i gruppi e le varie associazioni si schierarono
come convenuto, il Comitato d’ onore era in attesa sul
pontile, sulla strada, nella piazza , fin nelle contrade,
una folla incredibile. Il maresciallo Licata aveva
controllato di nuovo che tutte le barche fossero nel
porticciolo e vi piazzò un carabiniere affinché nessuno
tentasse di usarle.
Il “ Milano “, battello staffetta, sfiorò il molo e tirò diritto
per lasciare attraccare il “ Savoia “ distaccato di qualche
minuto; gli occhi erano tutti in quella direzione, quando,
dalla Puncia si vide arrivare una barca. Fioravante
detto il “ re “aveva mantenuto la promessa, si era
impossessato della barca dell’Enea, quindi remando
con forza e agilità stava raggiungendo il pontile proprio
mentre vi attraccava il piroscafo con a bordo il Re.

Gli occhi di tutto il paese si spostarono sul Fioravante.

Ci fu sconcerto tra i notabili del Comitato, quando il
cavalier Mazzoleni,dopo aver incrociato uno sguardo
d’intesa con il maresciallo Licata esclamò :“ Bravo !
Sincronismo perfetto!” e diede il via ad un grande
applauso “ Il re dei pescatori da il benvenuto al Re
d’Italia ! “spiegò al Podestà, ancora un applauso..“
“Evviva il Re ! “ urlarono tutti “ Evviva il Re ! “.
Fioravante si avvicinò al “Savoia”, alzò un remo in
segno di saluto, scomparve dietro il piroscafo e andò
ad ormeggiare la barca nel porticciolo tra sguardi di
ammirazione ed incredulità .
Nessuno lo fermò, nessuno gli disse nulla.

§

Gli anni passarono, di Vittorio Emanuele e della sua
stirpe
tutti si dimenticarono in fretta, ma dell’impresa del “re “,
sul lago, se ne sente ancora parlare.

§

Fioravante Regazzoni, mio nonno, se ne andò il 18
maggio 1961, ricordo che tornando da scuola sentii la
campana annunciare l’agonia, e in contrada , le donne
bisbigliare : “ “è mort ul re “, “è mort ul re” .
Quel giorno il lago, per rispetto, si colorò di un azzurro
che non ho mai più rivisto.

 

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