I LIONS VALSASSINA CELEBRANO CASIMIRO FERRARI



I suoi amici e compagni di scalate Luciano Spadacini, Roberto Lombardini e altri amici, hanno presentato l’ultima aventura in Patagonia di Casimiro Ferrari, scomparso dieci anni fa. L’occasione anche per Alberto Benini, scrittore di Lecco, di presentare l’ultima fatica libraria che lo ricordano in  una serie di immagini realizzate in quella Patagonia che il Miro amava e che aveva insegnato ad amare: quella dei grandi spazi, delle sconfinate dimensioni orizzontali.

Un docufilm con le immagini delle ultime scalate preceduto da un’inedita, per noi, intervista e un ricordo emozionante, tratta dalla televisione svizzera in cui Walter Bonatti intervistava Casimiro Ferrari. Introdotto dal cerimoniere Lions Nicolino Codega (uomo Camp e Cassin, per stare in tema di montagna…) e dal past president Luigi Carissimi Alberto Benini ha tracciato un profilo di quello che Ferrari ha trasmesso a chi lo ha conosciuto:

"Casimiro scalava le montagne per spalancare dalla vetta lo sguardo su altri orizzonti, per inventare nuove sfide. E sapeva amare con la stessa intensità il granito verticale, il ghiaccio ripido, le sconfinate solitudini glaciali e i percorsi dei pionieri, dei quali aveva deciso, in un modo tutto suo, di diventare l’erede. L’uomo che aveva salito la parete ovest del Cerro Torre, che sul Fitz Roy aveva scalato uno dei pilastri più belli del pianeta, che al Murallon aveva combinato dosi enormi di ostinazione, tecnica e coraggio, che al San Valentin, al San Lorenzo e al Riso Patron si era misurato con montagne immense oppure sconosciute, che aveva legato il suo nome a vie su magnifiche pareti, aveva scoperto alle loro pendici la dimensione orizzontale. Casimiro, oltre a saper sognare, sapeva anche far sognare: sapeva rendere gli altri partecipi del suo sogno o affidarlo ai loro cuori perché si realizzasse. E così ci siamoritrovati sulle sue tracce per salire il Cerro Campana o per tentare il Cerro Cono. La riuscita dei tentativi in fondo non è importante: conta essersi mossi sulle sue tracce, aver fissato gli occhi sulle montagne e sui panorami che lui ci aveva additato. gli amici dell’estancia Punta del Lago".

Nella foto il gruppo degli intervenuti con il vice presidente Giovanni Fazzini e gli altri ospiti.

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