I fatti per i quali H. T. è stato arrestato dalla Squadra Mobile lecchese sono gravissimi: lunedì sono scattate le indagini dopo che personale specializzato dell’ospedale "Manzoni" aveva rilevato circostanze scabrose, seguite poi dalla precisa denuncia da parte della madre della vittima (potrebbe trattarsi della convivente dell’uomo). Gli agenti della Questura hanno sentito la bambina in una "audizione protetta", seguendo le delicate modalità previste da uno specifico protocollo e ricavando dettagliati particolari su luoghi e circostanze dove sarebbero avvenuti gli episodi di abuso nei suoi confronti.

Data "l’attendibilità delle dichiarazioni rese e per salvaguardare l’incolumità di tutti i soggetti coinvolti", la Questura ha provveduto al loro collocamento in una struttura sicura e contemporaneamente sono scattate le ricerche dell’autore del reato che nel frattempo si era reso irreperibile. Dopo gli accertamenti e le verifiche, l’uomo è stato rintracciato nella serata di mercoledì 31 e condotto presso la casa circondariale di Pescarenico.

Non è confermato che i fatti siano accaduti in Valsassina – anche se indiscrezioni in questo senso sono circolate insistentemente. Sembra probabile comunque che quantomeno l’arrestato circolasse in alcuni paesi proprio del Centro Valle. A quanto pare l’uomo frequentava l’ambiente della famiglia della bambina, della cui fiducia sarebbe riuscito ad approfittare, trovando il modo di appartarsi con la piccola per abusarne.

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