PROVINCIA CON COMO-VARESE OPPURE CON SONDRIO? TRE OPINIONI DIVERGENTI



Uno – il sindaco di Barzio – rassegnato ma idealmente favorevole alla fusione con Sondrio; un altro (il leghista Galli) preoccupato per le conseguenze finanziarie e politiche e non tanto da dove si andrà a finire, pur dando una lieve preferenza alla soluzione valtellinese; infine il giornalista Goggi che esalta le motivazioni a favore di un "ritorno alle origini" ovvero con Como. Opinioni diverse che animano la discussione avviata qualche giorno fa su VN con l’intervista al presidente della Comunità Montana Valsassina, Denti – favorevolissimo alla cosiddetta "Provincia dei Laghi" con Como e Varese.

Sullo sfondo un riordino delle provincie che parrebbe "blindato" ma del quale ora si sussurra che, a dicembre, potrebbe subire qualche aggiustamento, forse grazie ad uno specifico emendamento che potrebbe sparighliare le carte anche e soprattutto nel nostro territorio.

Ecco i tre interventi di oggi, in rigoroso ordine alfabetico:
 

ANDREA FERRARI
Sindaco di Barzio
Il governo Monti ha fatto quello che i candidati presidenti di centrodestra (Berlusconi) e centrosinistra (Veltroni) alle elezioni politiche del 2008 avevano nei rispettivi programmi elettorali.
La decisione di accorpare Lecco a Como e Varese è, in parte, un ritorno alle origini. È una decisione di un governo sostenuto da un parlamento democraticamente eletto e, anche se non condivisa, va rispettata.
Personalmente (in Valtellina ho vissuto per un anno) avrei preferito vedere la Valsassina accorpata con la Provincia di Sondrio.
A Sondrio ci avrebbero legato le affinità territoriali e paesaggistiche, il delicato tema sulla tutela e gestione delle acque, gli sport invernali, il recupero e la valorizzazione dei sentieri e delle nostre montagne anche nel periodo estivo,  gli alpeggi e tutti i problemi e le aspettative tipiche dei paesi e delle valli di montagna. Tutto questo con l’importante opera della nuova statale 38 in dirittura d’arrivo che riduce le distanze e i tempi di percorrenza verso nord.
Da Sondrio avremmo, probabilmente, avuto la possibilità di imparare qualcosa per quanto riguarda il turismo, la tutela ambientale e il rispetto del territorio.
In questa inchiesta portata avanti da Valsassinanews, sarebbe interessante sapere se Sondrio è disposta ad allargare i propri confini includendo la Valsassina nella propria provincia.

 

STEFANO GALLI
Capogruppo uscente Lega Nord Consiglio Regionale
E’ andata come si sapeva: questo Governo ha deciso autonomamente, senza tener conto dei pronunciamenti di regione e TAR. Forse per la scarsa conoscenza dei territori, il disegno degli accorpamenti è stato fatto un po’ alla garibaldina, e il risultato paradossale è che le spese aumenteranno alla faccia della presenza di bocconiani accanto a Monti.
Con questi accorpamenti si otterrà da un lato che i dipendenti delle Provincie passeranno alle Regioni (dove i costi sono del 30% superiori) e spariranno o meglio si sgonfieranno le istituzioni provinciali, intermedie tra i Comuni e la Regione. Avremo quindi una "Provincia" svuotata di competenze e priva di potere decisionale.
A questo punto, francamente non mi scalda il dibattito sul "dove" andrà a finire Lecco. Se proprio devo esprimere un giudizio allora se non altro per coerenza, visto che stiamo sulla stessa direttrice della Statale, preferisco Sondrio. Ma ripeto: con una Provincia in queste condizioni non cambia nulla; il problema sta nella "riforma" fatta a tavolino dai professori.

 

GIANPIETRO GOGGI
Naturalista e giornalista
Personalmente le province le avrei totalmente abolite ma, se giudichiamo questa soluzione non con la pancia in fermento, ritengo che abbia una sua logica.
Sarò fuori dal coro ma la razionalità, associata al buon senso, vuole che in questi casi si debbano anzitutto rispettare i confini che la natura ha stabilito, sin da prima ancora della comparsa della specie umana.
Il bacino del Lario ha una storia che obbliga Lecco e Como ad essere un’unica entità provinciale; lo stesso poteva valere, se si aveva il coraggio di superare i confini regionali, con l’inclusione della provincia di Novara, che condivide il bacino del Verbano con Varese e porta in dote il bellissimo Cusio (una sorta di “Insubria”?).  
Un altro aspetto che ritengo debba essere tenuto presente è che questa nuova provincia possiede, nella sua coerente omogeneità, la caratteristica geografica di “Prealpina” supportata, come accennavo, dalla condivisione di tre dei laghi più importanti d’Italia, peraltro di analoga origine geologica: Verbano, Ceresio e Lario.
Con tutto ciò che comporta sul versante della valorizzazione del turismo, comparto che  potrà diventare fortemente trainante, e con un più efficace trasporto lacuale delle persone e delle merci.
Questa fusione produrrà anche dei risultati importanti nel settore manifatturiero, che godrà di un grosso e diversificato peso di PIL, con forte vocazione all’export.
Mi auguro anche che le tanto marginalizzate produzioni lattiero-casearie di pianura e di montagna possano una buona volta decollare come si deve.
Tutto dipenderà dalla qualità della classe politica che si farà avanti, auspicando che non si tratti dei soliti riciclati.
Ma questa riorganizzazione territoriale vale anche per la fusione dei comuni. Nel nostro territorio montano ne bastano e avanzano 4 o 5.
Non dimentichiamo che l’unione fa la forza, non il contrario.


IL DIBATTITO SI E’ APERTO COSI’:

 

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