L’uomo era residente con la famiglia in un paese della Valsassina; secondo l’accusa sostenuta dal sostituto procuratore Cinzia Citterio (che ha rilevato il fascicolo da Luca Fuzio, titolare iniziale della causa) l’imputato andava condannato una pena di otto anni. Il collegio presieduto dal giudice Ambrogio Ceron (a latere Daniela Quartarone e Salvatore Catalano) ha però concesso le attenuanti generiche all’uomo, vista la buona condotta durante la sua carcerazione, ma ha anche disposto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e da ogni struttura rivolta a minori.
La vicenda risale a due anni fa: le indagini erano scattate nel dicembre del 2010 da parte della Squadra Mobile di Lecco, in particolare dalla sezione specializzata nei reati contro la persona, guidata dal dirigente Antonio Verbicaro, indagini coordinate dall’allora sostituto procuratore Fuzio. Tutto partì dalla segnalazione dei genitori delle giovanissime vittime; nel luglio del 2011 l’arresto del ventenne.
I soprusi sui piccoli cugini pare siano durati per un anno, fino a quando la bimba di soli 4 anni si era sfogata piangendo con la mamma, che a quel punto aveva deciso di sporgere denuncia in Questura.