ALTOPIANO/QUEL ”MENO CASE, PIÙ SERVIZI” RIMASTO INASCOLTATO. PERCHÈ?

Data pubblicazione 22 Novembre 2012

Forse qualcuno ricorda quella lettera, pubblicata lo scorso 20 luglio (in basso trovate il link all’articolo): scritta da un residente nell’Altopiano valsassinese, proponeva di promuovere la costruzione di strutture alternative, di tipo socio-sanitario, ricettivo/ alberghiero, sportivo, fieristico e così via, dando in questo modo "una forte e diversa impronta alla realtà locale", nonché di incentivare "forme edilizie e di attività legate all’agricoltura, all’allevamento e a quanto potenzialmente ad esse affini".

Solitamente, sollecitazioni del genere pubblicate dal nostro giornale ricevono risposte, repliche, commenti. Stavolta no. Curioso, forse il lettore "ci ha preso", ha colto nel segno. E allora se da un lato chi è d’accordo con i contenuti di questo intervento non aveva probabilmente nulla da aggiungere – le argomentazioni in effetti erano dettagliate, ben descritte e largamente condivisibili – può essere che i contrari ed in particolare tra questi gli amministratori pubblici, abbiano preferito non svelarsi, rinunciando a ribattere magari per non interpretare proprio i personaggi richiamati dalla lettera. "L’economia locale, con l’appoggio politico dei vari amministratori susseguitisi, si è sviluppata a senso unico nell’ambito edilizio" era una delle osservazioni centrali di quel documento. E ancora: "Le amministrazioni locali, se veramente amanti e rispettose del territorio, dovrebbero sviluppare degli strumenti urbanistici (P.G.T., Piano di Governo del Territorio) con ridotti volumi a carattere residenziale, abbassando così sensibilmente la possibilità di dar corso a nuove speculazioni edilizie",

In questo senso un segnale è giunto proprio in questi giorni – ma il processo viene da lontano – da uno dei quattro Comuni dell’area: Barzio. Qui è stato approvato giusto l’altroieri e in via definitiva un PGT che se non "blinda" totalmente le famose speculazioni edilizie, quantomeno limita la portata di queste. Ma non basta. Accanto alle forme di tutela esistono anche gli atteggiamenti, le risposte nei fatti a quanto promesso magari in campagne elettorali basate proprio sullo stop al mattone. E allora in questo caso, riprendendo la provocazione lanciata dal nostro lettore, siamo noi a formulare una domanda in qualche modo retorica: che fine hanno fatto ad esempio le spinte che hanno portato alla clamorosa vittoria nelle urne dell’attuale amministrazione di Cremeno? Quella stessa giunta che aveva reso la lotta alla cementificazione il proprio vessillo principale, cosa ha fatto in questi mesi e cosa sta facendo in questo senso?

Per non lasciare che il silenzio avvolga anche tali domande, nelle prossime settimane andremo a proporre questi ed altri quesiti a chi "governa" i nostri paesi.

SOTTO: LA LETTERA DELLO SCORSO LUGLIO SULLO SVILUPPO DELL’AREA

EMAIL DALL’ALTOPIANO: PERCHÈ PIÙ CASE
E ABITANTI MA MENO NEGOZI E SERVIZI?

Scritto da: lettera firmata – 20/07/2012

"Andrebbe incentivata e promossa la costruzione di strutture alternative, di tipo socio-sanitario, ricettivo/alberghiero, sportivo, fieristico, ecc., dando così una forte e diversa impronta alla realtà locale, nonché incentivare forme edilizie e di attività legate all’agricoltura, all’allevamento e a quanto potenzialmente ad esse affini".