Il paese è quello di Palma di Montechiaro, 24mila abitanti in provincia di Agrigento: da quelle parti lo credevano ucciso l’11 luglio 1943 in un combattimento contro gli alleati anglo-americani nella seconda guerra mondiale; in realtà Canepari se la cavò con gravi ferite (curate dagli stessi nemici che dopo averlo catturato se ne presero cura), mentre il commilitone Mario Usai che era con lui effettivamente morì in quella battaglia, a difesa della loro postazione.
Terribile la storia: gli italiani si erano asserragliati in una casa e avevano iniziato a sparare: erano due contro una colonna di soldati alleati. Quando uccisero un "marine", la reazione degli avversari fu drastica: gli americani lanciarono una bomba di tipo "ananas" all’interno della casa, ferendo gravemente Canepari – allìepoca appena ventenne – e uccidendo Usai.
Per questo motivo, l’amministrazione della località siciliana intendeva dedicargli una strada, da intitolare in ricordo del suo gesto ("estremo"). Peccato che il carabiniere in congedo Francesco Canepari, malgrado l’età e appunto le conseguenze di quelle ferite di guerra, sta bene e proprio in questi giorni ha festeggiato nella sua casa di Barzio gli 88 anni…
Per tanto tempo è stato macchinista della funivia, lavorando con la moglie. E’ stata quest’ultima, l’altro giorno, a ricevere la telefonata del vide del sindaco di Palma di Montechiaro Rosario Bonfanti (nella foto a sinistra) – che le annunciava il "riconoscimento alla memoria". La signora prima ha pensato che si trattasse di uno scherzo, poi ha passato la cornetta al marito che a quel punto ha convinto l’amministratore siciliano dell’evidente errore commesso.
A Palma, per ben 69 anni s’è pensato che fossero morti tutti e due i soldati. Canepari invece riuscì a sopravvivere e, prigioniero di guerra, venne portato in Africa, prima di poter tornare a Barzio alla fine del conflitto dunque nel maggio del 1945.
E lui, che a quanto pare non ha avuto nulla dallo Stato, neanche un ringraziamento o un sostegno per la sua situazione di ferito grave, adesso commenta "Almeno qualcuno si è ricordato di me".
[Foto di Francesco Canepari oggi by Cardini]
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