Pur mantenendo alta l’attenzione anche dopo l’accordo siglato oggi in Provincia, i sindacalisti e i lavoratori della Grattarola Mobili tirano un sospiro di sollievo. E ora possono dare sfogo ai ricordi di una settimana e più di mobilitazione, con tanti piccoli casi di una solidarietà che gli addetti ai lavori – abituati a trattative durissime in Brianza e altrove – registrano con meraviglia. "Mai viste cose del genere in giro". Eccone un piccolo stralcio, tre "pennellate" alle quali si aggiunge anche un’eccezione "da anni Cinquanta" con tanto di parroco che si oppone all’assemblea organizzata in un circolo a Cortenova.

"Abbiamo assisito in questi giorni – racconta uno dei sindacalisti lecchesi impegnati in prima persona nella vertenza Grattarola – ad avvenimenti magari di entità minima, ma che danno il senso di una socialità sconosciuta in altre aree del territorio provinciale. Come quando un pasticcere della zona si è fermato davanti allo stabilimento dove i lavoratori stavano presidiando i cancelli, ha tirato fuori dall’auto tre torte e giele ha regalate. Oppure un’altra persona di passaggio ha lasciato venti caffè pagati in un bar di Cortenova, destinati sempre ai lavoratori in mobilitazione. Poi a me personalmente è successo di vedere, a Crandola, il titolare di un ristorante diciamo così ‘non proprio da operai’ accogliere sei lavoratori reduci da un incontro avvenuto presso la Pro Loco e offrire loro il pranzo nel proprio locale".

Mini affreschi che segnalano un’attenzione particolare verso gli altri, specie quelli in maggiore difficoltà. Si aggiunga come lo stesso sindaco di Cortenova stamattina sia arrivato a dare la disponibilità per un "contributo straordinario" del Comune a favore dei lavoratori dell’azienda in crisi.

Poi, come si usa dire, non c’è rosa senza spine e allora ecco un altro aneddoto stavolta "negativo" se visto con gli occhi di chi stava lottando per i suoi diritti. "C’è stato un prete – confida un altro esponente del sindacato – che quando ha saputo dell’assemblea in programma in un circolo delle Acli ha imposto la cancellazione di questa riunione proprio perché c’erano di mezzo i sindacati. Pensavamo – conclude quasi divertito il rappresentante dei lavoratori – che l’epoca di Peppone e Don Camillo fosse finita da sessant’anni o giù di lì, ma evidentemente ci sbagliavamo…".