Caso Grattarola: in 140 all’incontro di Barzio sul futuro della fabbrica



Sembrava già risuonare il Requiem per la Grattarola, la nota azienda valsassinese, famosa purtroppo anche per la grave condizione economica e la situazione disastrosa in cui si trovano i 105 dipendenti. Sembrava una morte annunciata – e per certi versi lo è ancora – ma, dopo la serata di questo giovedì 7, ci si spera ancora. Si spera soprattutto per quelle decine di famiglie che non sanno più come mantenersi e sopravvivere. Ci si spera anche per la Valsassina: perché è vero che la Grattarola è a Cortenova, ma le ripercussioni di una eventuale chiusura riecheggerebbero in tutti i nostri paesi.

In un contesto come questo, è stato sicuramente necessario un incontro di questo tipo. Sia per informare i cittadini sulla reale situazione, ma soprattutto per capire come risolvere un probema in apparenza irrisolvibile. I valligiani hanno reagito bene a questa iniziativa, riempiendo la sala della sede della Comunità Montana, insieme ai lavoratori della fabbrica, anch’essi giustamente presenti all’evento. Hanno presenziato inoltre diversi sindaci della zona: da Cortenova, Barzio, Introbio, Parlasco, Primaluna, Pasturo, Taceno e anche dalla Muggiasca. A moderare gli interventi dei sindacalisti al tavolo Sandro Terrani, direttore della nostra testata.

Dopo l’accordo di ieri, in questa serata si è cercato di delineare le prospettive future di una fabbrica importante come la Grattarola. Da una parte i lavoratori, che non ricevono gli stipendi da settembre, non sanno come sopravvivere – e pagare l’IMU, ad esempio – e protestano per qualcosa che è loro di diritto. Dall’altra i Valsecchi, che dal 2008 hanno acquistato la fabbrica e ad oggi non riescono a pagare puntualmente dipendenti e fornitori e rischiano di affondare con la loro nave.

Nei diversi interventi della serata si sono delineate le possibili cause della situazione della fabbrica: cattivi investimenti, design non adatto al mercato, mancata pubblicità; ma anche la crisi economica e l’introduzione dell’euro. Partendo da questi presupposti si sono pensate diverse soluzioni al problema. I Valsecchi hanno bisogno di ulteriore capitale da investire, magari nella pubblicità, perché senza investimenti il futuro della Grattarola appare veramente incerto. I proprietari della fabbrica infatti non sembrano avere intenzione di cercare soci o partner – ammesso e non concesso che ci siano soggetti che accettino l’incognita di una impresa sull’orlo del baratro. D’altra parte, le banche non hanno interesse in interventi in un contesto difficile come questo.

Quello che è lampante è che i Valsecchi avrebbero dovuto offrire maggiore trasparenza per quanto riguarda i bilanci e i debiti, e magari avrebbero potuto trovare una soluzione dialogando prima con i propri dipendenti. Le autorità della Valle – tra cui il primo cittadino di Parlasco Denti, quello di Cortenova Selva e quello della Muggiasca – hanno espresso solidarietà per i propri concittadini. Tra gli altri interventi, anche quello del fondatore della fabbrica Dino Grattarola, che ha chiarito la storia dell’azienda e l’origine dei problemi dal proprio punto di vista. Quello cioè – tra l’altro – di un creditore dei Valsecchi (per ,’affitto dei "muri").

Rimangono da questa serata tante soluzioni, una realtà difficile, surreale – quasi cinematografica – e soprattutto speranza. Quello che serve è un cambio di rotta, e i prossimi giorni saranno decisivi per questa fabbrica, un simbolo della nostra Valle. Sembra una morte annunciata, è vero, ma i miracoli esistono ancora. E per farli non sempre serve la bacchetta magica. Anzi, basterebbe forse un po’ di buon senso e – probabilmente – di umiltà.


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