FUTURO DELL’ACQUA PUBBLICA LECCHESE: SI DECIDE IL 20 DICEMBRE



Giovedì dunque i primi cittadini decideranno come deve essere gestito d’ora in avanti il famoso Servizio Idrico, ovvero il futuro dell’acqua che tutti beviamo e usiamo e ancora di come la depuriamo; le tariffe, la gestione e soprattutto chi e in che modo se ne dovrà occupare. Dite che è tutto chiaro, che un recente referendum ha dato il segnale preciso e inequivocabile su quel che pensano gli italiani, i lecchesi e i valsassinesi – cioè che la gestione è e deve restare pubblica)? Macchè. Sembra facile, invece le spinte per una pèrivatizzazione – palese o mascherata – ci sono, eccome.
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Senza scendere nei dettagli tecnici, burocratici, economici e soprattutto politici, si può dire in poche parole che I sindaci dovranno pronunciarsi sulla gestione dell’acqua: se vorranno rispettare la volontà popolare indicheranno le forme della società "in house" o meglio ancora dell’Azienda Speciale Consortile – dunque di diritto pubblico e quindi controllata direttamente da tutti noi

L’alternativa è che, anziché ad un’azienda indipendente e autonoma, ci si affidi a una realtà "incorporata" in un’altra e più grande società pubblico-privata con l’obiettivo della divisione degli utili e dei profitti. Negli ambienti dei comitati a favore dell’acqua bene comune si teme un pronunciamento generico, un vago riferimento al "pubblico". "Vorrebbe dire che ci stanno ingannando e che il referendum sta per essere tradito", affermano.

Nel suo "piccolo", a Ballabio martedì sera si terrà una riunione aperta al pubblico della Commissione Ambiente del Comune. E lì salterà fuori quale sia la posizione ufficiale del paese;

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