Presentato a Roma, con la presenza del Ministro dell’agricoltura Mario Catania, il 10° rapporto sulle produzioni agroalimentari italiane DOP IGP STG del 2012. La ricerca è stata realizzata per il Ministero delle politiche agricole dalla Fondazione Qualivita e Ismea (Istituto di servizio per il mercato agricolo alimentare) in collaborazione con AICIG e Università La Sapienza, allo scopo di analizzare e interpretare i più significativi fenomeni socio-economici del comparto della qualità alimentare certificata. Focus dello studio la quantificazione dei volumi di produzione e vendita nei mercati nazionali ed esteri e l’ideale graduatoria stilata da Qualivita per segnalare quelle produzioni che, in qualche misura, possono essere prese come punto di riferimento dalle altre.
Il rapporto è stata l’occasione per tracciare lo scenario dei consumi relativamente ai prodotti alimentari certificati anche in relazione al contesto economico di riferimento, scenario in chiaroscuro con da una parte l’ineludibile calo dei consumi che ha segnato tutto il 2012 anche nel settore alimentare, e dall’altra la conferma dell’ascesa del comparto agroalimentare certificato, anche se con tassi meno importanti rispetto agli anni passati. Pur condizionato dalle ristrettezze imposte dalla crisi economica il consumatore moderno sembra orientato verso la ricerca della qualità e genuinità e ha fiducia nei prodotti frutto della tradizione e della territorialità. Nell’indagine Qualivita e Ismea hanno passato in rassegna i 248 prodotti alimentari certificati made in Italy (record mondiale di produzioni DOP per paese); noi di VN non abbiamo potuto fare a meno di consultare i dati su un prodotto Dop di casa nostra che non ha bisogno di presentazioni: il Taleggio.
Il comparto dei formaggi con una distribuzione percentuale delle vendite pari al 57% in Italia e al 28% sul mercato estero, tradotto in un volume di affari pari a miliardi di euro, risulta essere il simbolo della cultura agroalimentare certificata nazionale. A fare la parte del leone è il Grana Padano Dop con una produzione totale per il 2011 di quasi 200mila tonnellate, seguono Parmigiano Reggiano Dop e Gorgonzola Dop. Distanziato ma pur sempre con numeri significativi il “nostro” Taleggio che attesta la produzione estera 2011 a 1.368 tonnellate con una lieve flessione percentuale (-1,7 %) rispetto alla produzione del 2010. Da un punto di vista economico le esportazioni di taleggio pesano per il 16% del mercato estero, per un giro economico complessivo di 16 milioni di euro.
Destinate al consumo sulle tavole del Belpaese invece la bellezza di 8.552 tonnellate di Taleggio DOP per un fatturato totale al consumo di 82 milioni di euro nel 2011, in leggero calo rispetto agli 84 milioni di euro del 2010 ma comunque su ottimi livelli.
Oltre ai già significativi dati, il report consegna il Taleggio nell’olimpo dei prodotti DOP inserendolo nella Top 15 della classifica dei prodotti Qualivita 2012: accanto a giganti come il Padano, il Parmigiano, il Crudo di Parma e la Bufala siede anche il Taleggio che è produzione tipica anche valsassinese. La graduatoria ha la finalità di mettere in luce i settori agroalimentari che hanno mostrato delle buone performance complessive frutto anche di comportamenti virtuosi, in modo che possano divenire prassi condivise ed emulate, ed esserne parte è riconoscimento di un prodotto di qualità.