E’ ancora li, come l’hanno lasciata 35 anni fa il compianto Rino Silva e Vincenzo Rupani, imponente e maestosa a controllare dall’alto tutta la Valsassina, da Introbio fino a Taceno e poi su fino a Margno e l’Alta Valle: stiamo parlando della Parete Fasana, quel muro di roccia che si erge maestoso, che non può passare inosservato a chi, amante o no della montagna, volge lo sguardo verso la Grigna.
E la serata di ieri, che ha riempito fino a costringere alcuni spettatori a restare fuori dal cineteatro dell’oratorio di Introbio, era dedicata a lei e ai primi due temerari scalatori, appunto i valsassinesi Silva e Rupani, che hanno avuto il coraggio e la forza di scalarla nel periodo più freddo e proibitivo dell’anno, compiendo l’impresa della storica prima salita invernale alla Parete Fasana, lungo la via normale, detta Fasana. Prima di loro nessuno, almeno stando agli archivi del CAI, anche se, si narra, che il grande scalatore Eugenio Vinante la violò nel 1935, impiegando ben 5 giorni.
Ci misero "solo" due giornate, Silva e Rupani, a superare la cornice della vetta del Pizzo della Pieve, bivaccando al gelo a metà della parete: era il gennaio del 1978 e i mezzi a loro disposizione non erano certo quelli che il mercato offre quest’oggi: era la prima grande impresa compiuta da due membri dell’allora neonata sezione del CAI di Introbio, organizzatrice della riuscitissima serata di ieri.
Un ricordo fotografico, elaborato dal fotoclub "Amici della Fotografia" ha dato inzio alla serata, continuata poi con altri video e commenti sulla Parete per eccellenza della Grigna e sui due protagonisti di quell’impresa: Vincenzo Rupani era presente in sala, a riceve applausi e sguardi di ammirazione dei numerossimi presenti, mentre Rino Silva, scomparso prematuramente alcuni anni fa, era ricordato da tutti i suoi famigliari, che hanno ritirato targhe e fotografie donate dal CAI e dal Fotoclub Introbio.
IL FIGLIO E LA FAMIGLIA DI RINO SILVA RICEVONO I RICONOSCIMENTI DEDICATI AL PADRE
VINCENZO RUPANI RACCONTA QUELLA STORICA PRIMA SALITA INVERNALE
(foto Annalisa Tantardini)