Piccola premessa obbligatoria: i “bus della neve” non sono una buona idea, sono un’OTTIMA idea e se dovessero funzionare rappresentano uno dei pochi veri passi avanti da anni per portare turisti in maniera intelligente in Valsassina. Mettiamoci però nei panni di un turista brianzolo che il fine settimana va a BaVzio a sciare. Questo servizio potrebbe mettere a dura prova la proverbiale pazienza meneghina, una volta lontani da casa pare che la disponibilità a stare in coda da parte del turista sia proporzionale alla propria simpatia, in special modo nel lamentarsi di come sia difficile trovare parcheggio in centro BaVzio l’otto dicembre in una bella giornata di sole dopo una nevicata.
Prendendo l’autobus non potrà più sfoggiare il proprio bestione a quattro ruote appositamente sporcato di neve (probabilmente la carica lui stesso sul tetto), e con i portasci montati rigorosamente da ottobre a maggio.
Risulterà difficile anche camminare per il centro di BaVzio con tuta da sci firmata e ancheggiare come oche canadesi avendo già gli scarponi ai piedi dall’uscita della galleria della nuova Lecco-Ballabio. Ovviamente se il Colonnello Giuliacci dovesse anche solo pensare alla neve nel meteo del venerdì le catene sarebbero già montate perlomeno da Briosco.
Usufruendo del "bus della neve" il turista trendy potrebbe addirittura lasciare qualche parcheggio libero nel fine settimana a chiunque avesse il coraggio di varcare le soglie dell’Altopiano. Il condizionale è d’obbligo perché gli irriducibili del Suv ben si guarderebbero di concedere tale privilegio e continuerebbero nella loro missione, occupando dai tre ai cinque posti parcheggiando come se dovessero ormeggiare la motonave Andrea Doria.
Al contrario, i valsassinesi potrebbero pensare di usufruire del “bus della neve” per recarsi nelle vicine città di Milano e Bergamo nel wee kend. Il pagamento di un giornaliero inutilizzato sarebbe cosa meno dolorosa di avventurarsi nel tunnel di SAL e Trenord – e soprattutto si avrebbe la sicurezza di arrivare a destinazione.