Le imminenti elezioni, regionali e nazionali, hanno fatto slittare la scadenza che i sindaci dell’assemblea dell’ATO si erano dati a dicembre (se ne sarebbe dovuto riparlare "a fine gennaio"). In quella data – a questo punto solo dopo il voto – i paesi del lecchese avrebbero dovuto scegliere la forma societaria, il tipo di gestore dell’acqua pubblica. Ma già il 20 dicembre c’era stato scontro, a Lecco, quando a maggioranza era stata "cancellata" dall’agenda la possibilità che la gestione venisse affidata ad una "azienda speciale" totalmente pubblica.

Dibattito aperto, da allora e anche oggi, con tanti protagonisti e mille idee diverse in materia: dalla prosecuzione dell’esperienza di Idrolario al "blitz" con l’assegnazione alla nuovissima Idroservice ("costola" di Lario Reti, messa in piedi giusto il 19 dicembre scorso) ad una "newco" ovvero ad un soggetto diverso.

E trasversalmente, la battaglia che infuria è tra i sostenitori di un sistema completamente pubblico e quanti spingono invece per soluzioni che comprendono ipotesi palesi, mascherate, surrettizie di presenza dei privati nella gestione – ma, giurano un po’ tutti – non nella proprietà.

Molti sospettano, "c’è puzza di scippo degli esiti dei referendum" affermano varie realtà a partire dal Comitato per l’acqua bene comune di Lecco.

Nei giorni scorsi è salito in Valsassina il "capo" dell’acqua lecchese ovvero il sindaco del capoluogo Virgino Brivio che ha incontrato vari primi cittadini e assessori del territorio a Introbio; a breve – mercoledì sera – ci sarà un’altra occasione di confronto, stavolta a Barzio, dove l’amministrazione comunale ha organizzato un incontro alla presenza di esperti del settore (vedi locandina in basso).

Il tema è caldo e nemmeno lo stop per le elezioni riesce a raffreddarlo. Importante quindi l’appuntamento barziese, che certamente non sarà l’ultimo in vista di una decisione fondamentale per tutta la popolazione della provincia.