Cari soci e simpatizzanti, marzo è un mese impegnativo nell’oliveto: dobbiamo dedicarci alla potatura. Se ne avete la possibilità non esitate ad affiancarvi ad olivicoltori più esperti e produttivi per carpirne le tecniche. Se potiamo tutti gli anni i tagli saranno limitati a vantaggio dell’equilibrio della pianta e della costanza di produzione. Riassumo in queste poche righe i principi base. Usate sempre attrezzi idonei, ben affilati. Riservate le scale sicure solo per casi particolari, di norma è più sicuro lavorare da terra con svettatoi, seghetti con prolunga, aste a catena motorizzate. Effettuate tagli netti, quelli con la sega preferibilmente inclinati per favorire il deflusso della pioggia. Non fate tagli rasi e neanche lasciate spuntoni. Togliamo se possibile gli alberi vicini che ombreggiano gli olivi.
La forma preferibile nel nostro ambiente è il vaso policonico: un tronco alto da 50 cm ad 1 metro da cui dipartono ben spaziate tra loro 3 o 4 branche principali inclinate verso l’esterno e rivestite di rami orizzontali o penduli sempre più corti man mano si sale verso la cima evidente. In questo modo ogni branca assumerà la forma di cono con la punta in alto. La luce e l’aria di cui l’olivo è avido, potranno così penetrare all’interno.
Per piante in allevamento limitare i tagli all’essenziale, non avere fretta a definire perfettamente la forma, semplicemente aprire il vaso togliendo i centrali ed i rami troppo vicini a terra. Più foglie lasciamo più alimento producono per la pianta, più precoce sarà lo sviluppo e l’entrata in produzione. Solo alla fine del terzo anno avremo delineato le 3 branche primarie. Gli astoni appena messi a dimora saranno tagliati ad 80 cm circa da terra.
Nelle piante in produzione già ben formate dovremo togliere poco: i polloni ( rami che partono dal ciocco ) e succhioni ( rami verticali ). Lasciamo, piegandoli con una torsione, i succhioni che possono riempire grandi spazi vuoti. Eliminiamo il peggiore di due rami sovrapposti. Sfoltiamo le parti esaurite ( sono quelle piegate sotto) e cerchiamo di mantenere la forma a cono di ogni branca con potatura più decisa man mano che saliamo verso la cima. L’altezza massima consigliata è 6 metri, fanno eccezione gli esemplari secolari.
Risaniamo le piante togliendo seccumi, e gradualmente i rametti con molta rogna o cocciniglia.
Le piante abbandonate ricche di formazioni verticali saranno ricondotte al vaso policonico con pochi tagli drastici che selezionano le branche primarie. I tagli di rifinitura sulle branche secondarie saranno fatti nei due anni successivi, in questo modo limiteremo la perdita di radici non più alimentate. Le piante abbandonate con il tronco spoglio oltre i due metri ed il cappello sommitale saranno sfoltite drasticamente distruggendo il cappello fino ad ottenere una cima evidente; dai succhioni che scoppieranno sul tronco selezioneremo gradualmente nei due anni successivi le nuove branche primarie.
Negli ulivi con gravi danni da freddo osserviamo se ci sono scollamenti della corteccia. Nel caso dovremo tagliare fino alla parte integra e l’anno successivo riformare l’albero.
Buon lavoro
Gigi Castellano
DAL NOSTRO ARCHIVIO
NEL WEEKEND LA RACCOLTA DELLE OLIVE. UNO SQUARCIO DI MEDITERRANEO A DERVIO
Scritto da: Diego Invernizzi – 25/10/2012