La direttiva 1999/74/CE prescrive che a decorrere dal 1° gennaio 2012 tutte le galline ovaiole siano tenute in "gabbie modificate" con spazio per fare il nido, razzolare e appollaiarsi, ovvero in sistemi alternativi. La gabbie possono essere usate soltanto se offrono a ciascuna gallina una superficie pari ad almeno 750 cmq, un nido, lettiere, posatoi e dispositivi per accorciare le unghie, consentendo così alle galline di soddisfare i loro bisogni biologici e comportamentali.
La piena ottemperanza da parte di tutti gli Stati membri è essenziale non solo per i profili animalisti, ma anche per evitare distorsioni del mercato e una concorrenza sleale. La mancata attuazione del divieto di gabbie "non modificate" infatti mette in situazione di svantaggio le aziende che hanno investito per adeguarsi alle nuove misure. Nonostante i ripetuti solleciti della Commissione l’Italia non ha ancora ottemperato adeguatamente alla pertinente normativa e ora si attende che il nostro paese adempia alla norma.
E in Valsassina? In Valle i pennuti se la passano decisamente meglio e la direttiva 1999/74/CE non trova applicazione. A "testimoniarlo" sono le galline stesse che spesso hanno a disposizione abbondanti spazi, buon cibo e un’aspettativa di vita ben superiore a quella delle ovaiole di allevamento (9 anni contro 2).