AMENITÀ DALLA VALSASSINA E DINTORNI/24 ESTERNAZIONI NOTTURNE DI CICERUACCHIO



Tanta "bella" roba, tanta politica (con una spolverata di cultura, ma sempre connessa all’istituzionale) nella puntata quindicinale della rubrica inviataci dal misterioso corsivista valsassinese. E allora sotto con Bruno Colombo, Michela Vittoria Brambilla, Rupani & Brini da Introbio, i luoghi manzoniani e la loro triste fine e a proposito di brutte conclusioni, il tramonto dei Democratici, con i lecchesi non diversamente sconvolti rispetto alla media dei loro "colleghi" dell’Italia tutta.

* Non c’è niente da fare, la politica è per lui una tossicodipendenza. L’impareggiabile Bruno Colombo ha preso una solenne decisione: con un po’ di cenere sulla testa è tornato alla casa madre dell’intramontabile (purtroppo) Cetto La Qualunque. Recentemente aveva accarezzato l’idea di tornare ai vecchi amori giovanili votando Renzi alle primarie (perche lui?, si domandarono maliziosamente in tanti), poi ha desistito perchè ha verificato, probabilmente, che i notabili democristiani del PD lecchese non gradivano un nuovo e pericoloso concorrente nei loro giri. Dunque, dopo avere trattato il suo reingresso con il PDL regionale (Mantovani) e averne ottenuto il viatico, dovrà fare i conti con due situazioni: i centoventi esponenti del PDL lecchese che con una petizione hanno chiesto la testa della commissaria Michela Brambilla, e il fuoco di sbarramento preannunciatogli dagli “ex fascisti” (come il nostro li definì correttamente), capitanati da Daniele Nava, non proprio nei panni di “Calumet”. Ha affermato che il compito che si prefiggerà è quello di risolvere i problemi del partito, che è diventato una polveriera, ma la strada di Colombo è tutta free-climbing. Probabilmente, per andare incontro ai firmatari della petizione, lavorerà per traghettare il commissariamento della Brambilla verso il ripristino di un consiglio direttivo provinciale al cui vertice, poi, vorrà sicuramente esserci lui. La conditio indispensabile è che alle sue spalle ci sia una forte truppa di fedeli che lo sostiene. Non ho, però, dubbi perchè è noto a tutti quanto sia abile a stimolare le transumanze necessarie che, in questo partito, è lo sport prediletto.
 

'SERVIREBBE UNA DENUNCIA CONTRO IDIOTI'. A INTROBIO VANDALISMI NELLA STRETTOIA* Quando a Introbio si è votato il nuovo PGT, due autorevoli esponenti, nientemeno che il borgomastro Fernando Rupani e il suo vice Fabio Brini (assieme ad altri due consiglieri), hanno dovuto lasciare l’aula per manifesta incompatibilità. Motivo: il conflitto di interessi con alcuni provvedimenti urbanistici previsti nel piano che beneficiavano alcune loro strette parentele. Se ne sono andati alla chetichella sperando che con questo beau geste , in paese, non se ne parli più di tanto.
Della serie: la foglia di fico sulla marenda.

250px-TOMBA_MANZONI* Alessandro Manzoni non dorme nel migliore dei modi il suo eterno sonno. Un tantino incazzato, è costretto ad un continuo rigirarsi nell’avello a causa del modo di come la neo-celebrata “Città Alpina” di  Lecco ha pensato di ricordarlo attraverso i (solo) pomposi “luoghi manzoniani”. Che sono alcuni di questi. Al convento di Pescarenico la prima immagine che appare è una bella distesa di camicie, mutande e altro, appesi ad asciugare. Come benvenuto non c’è che dire. Villa Manzoni (la casa della famiglia) è visitabile solo in parte perchè alcuni locali sono chiusi per rischio crollo e le crepe sui soffitti non sono particolarmente rassicuranti.
Il parco dell’”Addio ai Monti” è talmente pelato di verde arboreo al punto che l’immagine che appare è solo quella di svariati capannoni che stagliano qua e là. Sul piccolo molo di Pescarenico non c’è più in bella mostra la tradizionale Lucia, per la curiosa ragione che il proprietario della barca non vuole più pagare al comune l’affitto dell’attracco (era necessario questo balzello?). Nel quartiere di Olate, dove c’è la casa di Lucia, è meglio non entrarci, così ci si risparmia lo squallore dominante. Dulcis in fundo. Se a qualcuno scappasse di fare pipì, ovunque si trovi, rischia seriamente di farsela addosso. Giro la palla al borgomastro Virginio Brivio (alias Quaresima) perchè la “
Città Manzoniana” è prossima ad affollarsi sempre più di turisti, moltissimi provenienti dall’estero.

* Proseguono gli smottamenti nel PD lecchese. Alle dimissioni di Rocco Cardamone, incazzato perchè non ha vinto alle primarie, gli fa fatto seguito Chiara Bonfanti, anch’essa incazzata per non essere stata candidata né alle primarie né in regione. http://lecconews.lc/wp/wp-content/uploads/2013/04/PD-A-PEZZI.jpgOra è la volta di Agnese Mascellani, altrettanto incazzata per non avere vinto le primarie.
Il fronte trasversale degli incazzati è semplicemente la punta dell’iceberg del progressivo sfascio di questo partito che origina dall’elezione del presidente della Repubblica e che ha evidenziato, ancora una volta, i suoi grandi limiti generazionali tra la “vecchia guardia” (D’Alema, Veltroni, Marini, Fioroni, ecc.) e l’autentico nuovo incarnato dai giovani e dalle donne che si sono fatti strada nel territorio attraverso le primarie.
La recente assemblea del PD di Germanedo ha evidenziato l’irrisolvibile coesistenza di queste due anime, che paralizza qualunque ipotesi di cambiamento.
Come ho già scritto, questo partito paga pesantemente la sua innaturale origine tra due componenti, quella ex-comunista e quella ex-democristiana, tra di loro culturalmente e politicamente inconciliabili. 
Non solo le reciproche “contaminazioni” non hanno prodotto alcuna sintesi ma, piaccia o meno, oggi assistiamo anche al consolidamento del peso politico dell’ambiziosissimo Matteo Renzi (ex-democristiano), “nuovo” nella forma ma  altrettanto “vecchio” nel modo di fare politica, interessato a cambiare radicalmente il PD partendo dal presupposto, senza dichiararlo apertamente, che destra e sinistra sono due categorie superate dal tempo. E la migliore dimostrazione di questo assunto è il metodo “doroteo” di come il borgomastro di Lecco “Quaresima”, renziano della prima ora, governa la città.
L’ultima spiaggia sarà il congresso di quest’autunno che vedrà, probabilmente, contrapporsi la linea di Renzi con quella di Barca. Ho molti dubbi che si riesca a salvare capra e cavoli. Le inconciliabilità politiche e generazionali resteranno immutate.

 

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AMENITÀ DALLA VALSASSINA E DINTORNI<br>ESTERNAZIONI NOTTURNE DI CICERUACCHIOAngelo Brunetti detto Ciceruacchio (Roma, settembre 1800 – Porto Tolle, 10 agosto 1849) fu un oste e un patriota italiano, che combatté per la seconda Repubblica romana, alla cui caduta fuggì con Giuseppe Garibaldi per raggiungere Venezia. Il soprannome ciceruacchio, datogli da bambino, è la corruzione dell’originale romanesco ciruacchiotto (grassottello).

[da Wikipedia.it]

 

 

 

 

 

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