Furono proprio gli uomini dell’Arma ad intervenire insieme al 118, quel 28 luglio di quasi tre anni fa, sulla scena del drammatico incidente nella località tra Pasturo e Balisio. Il dramma si era consumato poco prima, quando La Rosa, originario di Valmadrera e sposato con una giovane di Pasturo (avevano avuto un bimbo cinque mesi prima) perse la vita dopo essere stato violentemente colpito da un grosso tronco staccatosi dalla fune di acciaio a cui era stato ancorato.

La rudimentale teleferica [nell’immagine a destra], comunemente definita "palorcio" è al centro della causa che vede accusato di omicidio colposo Gianmario Bergamini, di Pasturo, suocero della vittima.

Dopo aver sentito in precedenza il perito Valter Profili. esperto di balistica e l’anatomopatologo Paolo Tricomi, il giudice Gianmarco De Vincenzi ha acoltato oggi la testimonianza del suo quasi omonimo, il maresciallo Antonio De Vincenzo [nella foto a sinistra], a capo della stazione introbiese dei carabinieri, intervenuto a Pasturo nell’occasione.

Quest’ultimo ha riferito sui fatti, parlando dell’episodio accaduto come di una "tragica fatalità", raccontando come si fosse constatata la rottura di uno dei ganci che servivano per assicurare i tronchi alla fune del palorcio, su cui poi venivano spediti a valle. Uni gancio si ruppe, il tronco rotolò a valle, rimbalzando lungo il pendio e travolgendo in pieno La Rosa non lasciandogli scampo. Il maresciallo ha ribadito inoltre come per l’utilizzo di queste attrezzature abbastanza tipiche dell’attività di trasporto dei tronchi sulle nostre montagne manchi una specifica regolamentazione.

Il processo, che ormai va verso la sua conclusione, è stato aggiornato al prossimo 5 giugno. Proprio in quella data è prevista la pronuncia della sentenza per Bergamini.