UN MERAVIGLIOSO VOLO SULLA VALSASSINADALLA SVEZIA IL RITORNO DI IVAN



Ivan è ritrovato ben presto a viaggiare, a conoscere da vicino le montagne e ad amare la sensazione impagabile che solo il librarsi leggero nell’aria sembra sapergli regalare, fino ad approdare in Valsassina. Ed è proprio qui che ha scelto di passare in questo rapido "viaggetto" verso le sue radici – dopo sei anni di vita in Svezia, dove tornerà (è lì che pratica e insegna snowkite, il kitesurf della neve, adora fare skijoring, ovvero sci di fondo con l’ausilio del traino del siberian husky).

Nel Norrland svedese, Guidobaldi "vive di turismo", grazie al rifugio b&b che ospita turisti provenienti da tutta Europa per godere della bellezza di questo piccolo mondo e praticare trekking, fare gite naturalistiche, fotosafari, animal safari, canoa river trip, pescare, provare la pesca su ghiaccio e avventurarsi in escursioni con le motoslitte.

Ma torniamo alla fugace apparizione di Ivan in Italia. anzi: in Valsassina. Ecco il suo diario, completato da un fantastico video che vi proponiamo in questa stessa pagina.

Volare è amore allo stato puro
Una bella storia che ho piacere nel condividere…

Dopo 6 anni che mi sono trasferito in Svezia, sono finalmente tornato per la prima volta in Italia. 6 anni.
Ho portato con me, come unico bagaglio a mano, la mia velettina da speedfly (un Gin Bobcat 18m) con imbrago senza protezione dorsale (lasciata a casa per il suo eccessivo volume)… variometro, telecamere e poco altro. comodissimo ridurre una vela a qualche cosa di quasi tascabile :)

già prima della partenza, controllavo le previsioni meteo sempre molto affidabili (meteo svizzera e geofisico prealpino), ma quello che leggevo non mi dava molte speranze.

Sognavo di fare un piccolo voletto di XC, senza esagerazioni, magari facendomi imprestare una vela più consona e moderna… ma senza escludere le possibilità che la mia vela da 18m caricata a 65kg mi può dare … almeno nella primavera alpina. Sognavo anche una ascensione alla grigna settentrionale che sovrastava la mia passata abitazione, per poi solcare il cielo partendo dalla sua cima. ma le previsioni non mi lasciavano sperare nulla. Acqua. sempre acqua.

Arrivato sul suolo italiano, analizzavo meglio il cielo… un ammasso di congesti con qualche nembo che già vedevo dall’aereo, un cielo molto complicato e plumbeo. analisi più approfondite dei siti sopracitati, ammazzarono ogni speranza. ho portato la vela per niente.

Avevo solo 8 giorni a disposizione. Speravo solo in un ipotetico errore nella tendenza indicativa degli ultimi giorni, che dava ancora acqua.

Un giorno, esausto dalla pioggia, vado in valle a trovare degli amici… un giro doveroso e piacevole… ed ovviamente mi porto la vela… ma già arrivando in prossimità delle alpi, le nuvole mi ammazzavano il morale. plumbeo alle 8.30 del mattino, con previsioni di forti temporali nel pomeriggio. non stentavo a crederci.

entro in valle e passo a trovare il primo amico. sono accolto da goccioline di pioggia, ma nulla di insistente e pesante… anche se, insomma, il volo era già compromesso. Chiacchierando col mio socio, mi viene fuori che avevo intenzione di andare a volare e mi faccio investire da una sonora risata. "con sto tempo? ma dove vuoi andare!?"
ero cosciente della situazione, ma voi potete capire che la minima briciola di una tale speranza è dura da frantumarsi.

Vado comunque verso la mia montagna, culla di innumerevoli giornate iniziate e finite sulla sua cima, madre di un imprecisato numero delle mie emozioni, in altre parole il mio nido.

Una magia accade.
Il mio amore per queste montagne, per questo cielo, il rispetto della mia impossibilità di "ripossederlo" e la mia accettazione della situazione senza troppi rancori a messo in atto un vero miracolo. Appena arrivo in atterraggio … il cielo si apre. a buchi. i cumuli si smontano e i venti annunciati in montagna "da forti a tempestosi", sembrano smorzarsi.

SpeedFlying Home from Ivan Guidobaldi on Vimeo.

 
mi viene da ridere e da piangere.
sicuramente gioia.
non volo li da 6 anni, e la valle… mi accoglie come un figlio, si fa bella per me e mi apre le sue porte/finestre.
MI attardo un pochino in atterraggio per realizzare con maggior certezza quello che stava accadendo… contro tutte le previsioni, ma proprio tutte. non avrei mai potuto pensare che… avrei volato quel giorno.

Comunque sarei certamente salito in decollo, con qualunque meteo, per porgere i miei saluti all’erba che mi ha sempre reso confortevole il tempo passato ad ammirare il paesaggio in attesa delle condizioni… alle piante che mi regalavano la loro ombra per proteggermi dal caldo e davano sostegno per la mia amaca e a quella vista che ha fatto perdere il mio sguardo e cuore fin troppe volte. corro su, su per quella strada che conosco a memoria. tutto era uguale. la conoscevo ancora come prima. non guardavo la strada… il solito pilota automatico mi portava su… sempre più su, verso la mia libertà e pace.

La meteo non fa che aggiustarsi sempre più. grazie.

Arrivato in decollo, però, il vento veniva da dietro angolato. a volte abbastanza forte. era al limite della decollabilità e a volte non decollabile. non volevo rischiare nulla visto che da li non avevo mai volato con questa vela e non sono mai partito con essa col vento da dietro… non voglio sorprese proprio ora. potevo andare all’altro decollo, dove probabilmente sarebbe stata buona, ma no. volevo godermi proprio quella vista e non andare dall’altra parte… che per altro non ho mai amato troppo. non perché non sia bello, ma è una questione di atmosfera… non so come dirvi meglio.

Quindi andiamo su in cresta, che se non ricordo male è 1800m. bellissima passeggiata panoramica e bella verticale, sopratutto passando dal decollo dove eravamo. Ci fermiamo pochi metri sotto la croce, dove il pendio è un filo meno ripido… e pacatamente mi preparo. Una strana "normalità" e abitudine regnava. era come se non fossi mai mancato, mai partito, mai atterrato… una parte di me, forse, è sempre rimasta li in volo, o a ripetere le normali routine che si collegano al volo.

scrutando il cielo meglio, però, vedo che a pochi km, un temporale stava rilasciando una bella tenda scura di acqua, fitta.  Non perdo altro tempo e parto…. beh… incredibile. la sensazione che si ha quando si entra nel proprio letto… la stessa di quando si bacia la proprio donna e la stessa di quando i tuoi figli ti sorridono sinceri. era a casa.

è stata una bella planata di quasi 1400m, niente di più, non un bip, non uno scossone… qualche momento di galleggiamento e qualche discendenzina. atterro come un orologio. chiudo tutto, ma non il cuore. sono pieno di amore. non ho mai amato tanto una planata…. ma veramente, questa mi ha sconvolto per la situazione generale.
20 minuti dopo… ha cominciato a piovere… piovere sempre di più fino a forti acquazzoni serali. Sono stato al posto giusto nel momento giusto, facendo la cosa giusta e provando le emozioni giuste.

io lo chiamo: perfetto amore.

grazie ancora alle mie montagne che mi hanno accolto come un re del cielo!

DAL NOSTRO ARCHIVIO (2010):

 

 

 

 

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