Nel 1982 il Corpo forestale dello Stato lanciò il primo "Censimento nazionale degli alberi di notevole interesse", per individuare e catalogare le piante singole o in gruppi, che presentavano alcune caratteristiche particolari: dimensioni eccezionali rispetto alla specie, forme singolari, qualità estetiche e valore storico. Un’opera certosina che portò i forestali in boschi e giardini, paesi e città, montagna e campagna, per trovare e schedare i campioni della vegetazione, e per raccogliere tutti quei materiali storici e scientifici che oggi permettono di apprezzarli nella loro irripetibile "individualità".
In breve le schede si riempirono di dati – altezza, diametro, stato fitosanitario, età – e nacque una nuova geografia monumentale italiana, paragonabile per rarità e pregio a quella archeologica. Da allora la ricerca non si è più interrotta: più di un terzo della superficie italiana è ricoperta da foreste e la ricerca dei patriarchi verdi nel tempo si è estesa anche alle pieghe del territorio più difficili da raggiungere. La quantità di dati raccolta nel tempo è sorprendente: l’Italia possiede un patrimonio di monumenti verdi forte di 22.000 "alberi di notevole interesse". Tra questi oltre 2.000 sono definiti di "grande interesse" e ben 150 di "eccezionale valore storico o monumentale".
Il censimento, infatti, non ha interessato gli alberi come categoria vegetale, o come risorsa economica, ma come singoli soggetti arborei che hanno una propria "individualità" per essere eccezionalmente vecchi, per essere stati protagonisti di episodi storici o per essere legati alla vita di uomini illustri o di Santi. Monumenti della natura, insomma, che si collocano accanto a quelli creati dall’uomo e costituiscono un patrimonio di inestimabile valore, da conoscere e da tutelare.
L’iniziativa di individuare gli "alberi di notevole interesse", lanciata nell’estate del 1982, è stata condotta con entusiasmo dal personale del Corpo forestale dello Stato, che opera nelle Regioni a Statuto ordinario, e dal personale forestale delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano.
È chiaro che un censimento di questo tipo non può che restare aperto ad ulteriori revisioni ed acquisizioni, poiché il nostro territorio presenta tante "pieghe" che possono essere sfuggite anche all’occhio attento dei Forestali, ed è talmente ricco di storia e tradizioni locali che è difficile raccogliere tutte le testimonianze legate agli alberi.
> La scheda di alcuni monumenti valsassinesi
> Focus sul grande faggio di Casargo (nella foto, sito Pro Loco)