Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un elettore della Muggiasca, piuttosto duro con la politica sull’istruzione espressa dall’amministrazione comunale. Numeri alla mano arriva a dire: "Anche da queste piccole cose si capisce perché in molti vedono sempre più nero il futuro del nostro Paese". Ecco la sua disamina sull’istruzione dei bambini in alta valle e sulla necessità di accorpare i comuni dalle dimensioni ridotte.
"Egregio direttore,
leggo in apertura del vostro giornale della chiusura dell’asilo di Vendrogno,
e non posso che benedire la normativa che prevederebbe (condizionale, visto che
da noi agli annunci non seguono mai interventi tempestivi) la chiusura
dei piccoli Comuni. Questa vicenda, insieme alla gestione tutta dell’istruzione
in questi ultimi anni a Vendrogno, è emblematica di come i campanilismi
alla fine rendano sempre più difficoltosa la vita delle nostre comunità.
Prima la scuola elementare: a Vendrogno hanno fatto l’impossibile per
mantenere pluriclassi ingestibili all’ombra del campanile piuttosto che fare
"sistema": invece di confrontarsi con Taceno, finalmente raggiungibile con
la nuova strada, e magari decidere di tenere l’uno l’asilo e l’altro magari la scuola,
niente: Taceno perde la scuola elementare, e alla fine la perde anche Vendrogno.
E Vendrogno allora che fa? Una convenzione con Casargo per il trasporto
pubblico per le elementari e a Premana per le medie. Risultato: a Casargo
ci va un solo bambino (tanto il trasporto è a spese della Regione!) e gli altri che
decidono di andare a Bellano, sede geograficamente e razionalmente consona e
servita dal trasporto pubblico, pagano di tasca loro.
Soldi pubblici buttati via, che una volta uno non ci faceva caso. Oggi invece queste
piccole cose fanno luce sulla crisi del nostro sistema economico e della finanza pubblica.
Quindici mila euro l’anno stanziati dal Comune di Vendrogno per quattro bambini, più
il riscaldamento e la ristrutturazione dello stabile, una parte dei quali verranno
sicuramente girati per la nuova convenzione con la scuola privata di Bindo
(non la scuola pubblica di Taceno o di Cortenova: il pubblico tradisce se stesso…).
In un comune che oggi non ha più soldi nemmeno per le manutenzioni ordinarie.
Visioni ristrette e miopi, che non hanno niente a che vedere con la buona amministrazione,
che non hanno alcuna volontà di collaborare con le realtà limitrofe per trovare
le situazioni più consone per la qualità di scelte fondamentali come quella dell’istruzione
e della formazione delle generazioni future. Acerbopoli cade a pezzi.
Triste pensare che andremo ancora a votare per eleggere un sindaco che non ha più ragione
di esistere. Anche da queste piccole cose si capisce perché in molti vedono sempre
più nero il futuro del nostro Paese".
Lettera firmata